Polemiche sui naming rights del nuovo stadio dell'Udinese

Negli ultimi giorni, la stampa locale di Udine ha sollevato una polemica riguardante la denominazione del nuovo impianto dell'Udinese. Il club bianconero, secondo indiscrezioni, è vicino ad un accordo di cessione dei naming rights alla casa automobilistica Dacia, già main sponsor del club.

La polemica, da quanto si apprende leggendo gli articoli, riguarda il disappunto del Comune di Udine che non è favorevole a questa sponsorizzazione. Inoltre, la stessa tifoseria reputa la cessione del nome dell'impianto una mancanza di rispetto per le vittime del terremoto del 1976.

Queste polemiche hanno alterato la proprietà dell'Udinese Calcio, dato il contratto stipulato con il Comune, che ha permesso alla societa bianconera di ottenere in concessione per 99 anni lo stadio friulano. Tale accordo permette all'Udinese di decidere in piena autonomia, e soprattutto senza l'autorizzazione di nessun'altro soggetto, la stipulazione degli accordi commerciali riguardanti la struttura.

Analizzando il mercato italiano delle sponsorizzazioni degli impianti sportivi, si può notare che tali accordi sono limitati per vari motivi. Questi possiamo identificarli in:

- cultura: in Italia la maggior parte degli impianti ha come denominazione il nome di: Santi, Presidenti deceduti che hanno fatto la storia dei club, e di giocatori che sono diventati delle vere leggende sportive; 

- poco appeal: le strutture anziane e scomode non invogliano i potenziali sponsor ad affiancare il proprio brand ad esse; 

- valore del naming right: in alcuni casi, lo sponsor e lo sponsee non riescono a raggiungere un punto di incontro nella trattativa.

    Purtroppo o per fortuna, a secondo dei punti di vista, il marketing sportivo moderno ha il compito di aumentare i ricavi dei vari club e pertanto l'obiettivo è quello di diversificare e aumentare i ricavi.

    Nello specifico, i club italiani hanno il dovere di attuare certe strategie, considerando che il ricavo principale è quello dei diritti tv. Inoltre, se tali politiche di marketing sportive sono attuate da tutti i paesi del mondo, eccetto l'Italia, non si capisce perchè si debba fare polemica, dato che l'aumento dei ricavi permette alla società di allestire squadre più competitive, e di conseguenza di avere maggior possibilità di raggiungere traguardi sportivi più prestigiosi.

    Fabrizio Tarzia

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