Il Real Madrid continua la sua battaglia contro il marchio 198 per difendere la proprietà industriale della camiseta blanca

In giorni di euforia per la vittoria nella finale di Champions League ottenuta allo stadio Giuseppe Meazza di Milano contro i rivali cittadini dell’Atletico, il Real Madrid continua a giocare una partita che il club considera prioritaria per la difesa dei propri simboli, della propria identità e dei propri valori. Una battaglia che dura da più di un anno e mezzo in tribunale e per la quale non è ancora stata trovata una soluzione, tra denunce, difese e accuse respinte. Un duello che vede protagonisti il club madrileno e 198, marchio produttore di vari articoli finalizzati alla propaganda repubblicana, reo di aver creato una maglia per un club fittizio, il Madrid Club de Futbol, che viola, secondo le accuse del club merengue, la proprietà industriale della maglia del Real Madrid.

Il caso.
Oggetto dell'accusa sono 66 maglie di cotone sequestrate nel quartiere di Malasaña di Madrid, presso la sede del marchio 198. La camiseta in questione, venduta esclusivamente online, rientra nel progetto e nei prodotti commercializzati dall'FRF (Fomento de la Republica a travé del Fùtbol), associazione di propaganda dei valori repubblicani. Nello specifico, la maglia presentava caratteristiche, colorazioni e loghi estremamente simili a quelli utilizzati e raffigurati storicamente sulla divisa del Real Madrid, con le sole differenze date dall'inserimento della bandiera repubblicana e da uno slogan contro il mercantilismo del calcio moderno.

L'accusa.
In seguito al sequestro effettuato dal reparto di Polizia specializzata in reati economici di Madrid e alla quantificazione in € 2.940,00 di danni per la società di Florentino Perez, il Real Madrid ha prontamente mosso i propri legali per ottenere un risarcimento da parte di Eduardo Garrido, amministratore unico dell'FRF. L'accusa è quella di aver violato la proprietà industriale del club, reato passibile di sanzioni che vanno dai 6 mesi ai 4 anni di carcere, per aver creato e commercializzato maglie senza l'utilizzo di una licenza.

La denuncia respinta.
Lo scorso febbraio, il giudice responsabile del caso Ramiro Garcìa de Dios aveva archiviato il caso, bollando la maglia prodotta dal marchio 198 come una semplice “finzione al fine di diffondere i valori repubblicani attraverso la simulazione dell'esistenza di una squadra chiamata Madrid Club de Fùtbal, che si oppone alle dinamiche del calcio come business. Per il giudice, il Real Madrid aveva fatto ricorso alla giustizia portando “problemi che esulano dal diritto penale attraverso l'uso di interpretazioni contorte”, creando una similitudine ironica tra la libertà di utilizzo della maglia in esclusiva e “l'utilizzo del nome della città di Madrid” da parte del club.
Ramiro Garcìa de Dios aveva inoltre sollecitato la ricerca di un accordo comune tra le parti in causa per la chiusura del caso.

L'ostinazione del club 
Dopo la prima sentenza, il Real Madrid non si dichiara favorevole alla proposta di Eduardo Garrido di ritirare ed eliminare tutte le divise oggetto dell'accusa in cambio del ritiro della denuncia. Al contrario, di fronte a tutto ciò, il club annuncia la propria volontà di continuare la propria battaglia per la difesa della camiseta blanca, elemento identificativo e prodotto in grado di generare una vendita di 2.866.000 pezzi l'anno, forte della volontà di dimostrare la propria opinione secondo la quale il prodotto del marchio 198 non sia “una parodia o una semplice propaganda politica, ma un vero e proprio business ai danni del Real Madrid”.

Luca Paganin
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