L'Uefa studia un campionato europeo chiuso in stile americano con le big del calcio europeo

Non sono certo passate inosservate le dichiarazioni di Karl- Heinz Rummenigge e di Andrea Agnelli, i quali nei mesi scorsi hanno più volte sottolineato la necessità di una revisione dell’attuale format della massima competizione europea per club. L’ultima decisione spetterà proprio alla Uefa, che entro dicembre dovrà studiare il nuovo eventuale assetto.
Ma quale sarebbe il format ideale, che faccia contente tutte le parti in causa?
In primo luogo quando si è parlato di revisione della competizione non si è sottolineato se fosse più adeguato ridisegnare i criteri di ammissione dei singoli club, o la creazione di un torneo ex – novo (in quest’ultimo caso i club più blasonati e importanti d’Europa dovrebbero abbandonare i rispettivi campionati nazionali, in favore di un torneo europeo chiuso).

Chiara è invece la posizione delle leghe nazionali professionistiche, che esprimono in maniera netta il proprio dissenso verso la creazione di un campionato esclusivo solo per le big, sottolineando come la qualificazione alle coppe europee debba essere un premio per le squadre che hanno ottenuto i risultati migliori in campo nazionale. In aggiunta, le leghe sottolineano come i campionati nazionali verrebbero indeboliti e il loro valore diminuirebbe.

Qual è invece la posizione delle squadre più importanti d’Europa? In Italia, la Juventus in testa, ma anche altre big come Milan e Inter vedrebbero di buon occhio la nascita di un nuovo campionato europeo, mentre le società medio piccole storcerebbero il naso per il rischio di veder ridimensionato il campionato nazionale con il rischio concreto di perdere importanti ricavi. 

Resta tuttavia da capire su quali basi saranno ammesse le società (blasone, fatturato, infrastrutture, numero di partecipazioni o di vittorie..).

Anche in Germania e Francia il voto sarebbe positivo; con il Bayer Monaco e Psg attuali infatti, le altre squadre hanno ben poche possibilità di vincere il titolo. Ne consegue che essi potrebbero rinunciare a disputare i campionati nazionali (sempre meno competitivi e quindi con meno valore televisivo) per partecipare ad un unico grande torneo europeo che possa loro consentire più elevati volumi di ricavi; le squadre di medio-alta classifica potrebbero invece competere fra loro e sperare di vincere realmente il titolo nazionale. 
Analogo discorso si può fare per la Spagna, dove ormai Real Madrid, Barcellona, e Atletico Madrid negli ultimi 3 anni, si giocano il titolo, con le altre squadre destinate ad un ruolo di secondo piano. Un livello più elevato di ricavi della competizione europea potrebbe spingere le big spagnole a dare il proprio assenso. 

La situazione più complessa è quella inglese: se è vero che anche in virtù del nuovo contratto di diritti tv le società hanno visto lievitare esponenzialmente i propri ricavi (e quindi sarebbero più restie ad abbandonare il torneo nazionale), è anche vero che la competitività del massimo campionato inglese è anch’essa aumentata, con la conseguenza che ogni anno a qualche big (vedi Liverpool, Chelsea, Manchester United) è preclusa la possibilità di partecipare alla Champions. Proprio queste ultime, insieme alle italiane (Milan e Inter) hanno negli ultimi tempi rimarcato la necessità di una competizione europea chiusa, alternativa al campionato nazionale; l’obiettivo sarebbe proprio quello di avere un posto fisso garantito ogni anno (cosa che ad oggi non hanno) alla massima competizioni europea, e ai ricavi che esse genera, indipendentemente dai risultati ottenuti sul campo. 

Parola dunque alla Uefa, che entro fine anno dovrà prendere tale importante decisione, cercando di accontentare tutte le parti in causa; club, ma anche i broadcasting, i quali pagano profumatamente i diritti tv e si aspettano di vendere un prodotto con una competitività superiore, e con la partecipazione di tutti i club più blasonati d’Europa.

Francesco Sottile
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