Legacy olimpica. Il caso West Ham United

07 Agosto 2016. Upton Park è ormai un romantico ricordo per gli Hammers. La legacy di Londra 2012 è realtà. Si gioca il match inaugurale tra gli Hammers e la Vecchia Signora.
Con l’approdo nella sua nuova casa il West Ham, cuore pulsante del calcio londinese di sponda operaia, saluta definitivamente la sua vecchia casa, quella dove gli spettatori erano stipati in ogni angolo delle gradinate, mostravano fieri il loro orgoglio Hammers e cantavano “I’m forever Blowing Bubbles”.

Una Londra calcistica, quella a tinte granata azzurro, che mai più ritornerà, costretta a fare i conti con i bilanci faraonici delle più quotate Chelsea, Arsenal e Tottenham, ma anche in grado di staccare 52 mila abbonamenti, avvicinandosi al record in Premier del Manchester Utd di 55 mila abbonamenti stagionali.
La necessità di un nuovo corso sportivo, una casa più accogliente, in linea con le aspettative del calcio moderno, quello della trasversalità dell’offerta in grado di far fronte a tutte le pretese di ogni fascia di pubblico.

L’aspetto più interessante del “trasloco” non è tanto l’impennata degli introiti da abbonamenti e ticket rivenduti per i singoli incontri, quanto l’aver preso in concessione un impianto pubblico, lo Stadio Olimpico, ereditato dai Giochi di Londra 2012.
Le critiche di certo non sono mancate, dal punto di vista politico, data l’irrisoria somma annuale che gli Hammers verseranno, pari a 2 milioni e mezzo di sterline all’anno per 99 anni. Né tantomeno dal punto di vista sportivo, al netto di un pubblico molto caldo, abituato alla vicinanza col terreno di gioco, sfavorita dalla distanza data dalle piste di atletica a rendere l’impianto molto meno “British” del solito.

Tuttavia, l’investimento ha permesso di salvare da un uso saltuario un impianto voluto per le Olimpiadi del 2012, multifunzionale, in grado di accogliere eventi sportivi di altissimo livello, offrendo standard qualitativi da top club europei, che a sua volta creerà ulteriore legacy per altri sport quali l’Atletica Leggera.

Il prossimo anno infatti si disputeranno i Mondiali di Atletica in quello stesso impianto, riconvertito in un impianto da 60 mila posti a sedere, anziché 80 mila, in cui l’investimento privato della Società calcistica è stato quantificato in 15 milioni di sterline, comprendendo nell’accordo l’installazione di sedili retrattili lungo la pista di atletica, per adeguare le pretese di “vicinanza” del pubblico Hammers, e un adeguamento del tetto per la copertura di tutti i posti a sedere.

Nonostante le critiche piovute da ogni parte, dato il quartiere molto povero in cui sorge l’impianto sognato per “tutti” da Tony Blair, resta il dato più rilevante della necessità che investitori privati, nella fattispecie società calcistiche con enormi disponibilità economiche, dialoghino con gli Enti Pubblici affinché le cattedrali nel deserto siano salvate, mantenute in vita e migliorate. D’altronde anche questa è lungimiranza, al di là del dato puramente economico societario, perché guarda alle necessità di future generazioni e degli Sport con minori risorse economiche.

Pierpaolo Volpe
pierpaolo.volpe2012@libero.it






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