Dire “no” alle Olimpiadi è stato un errore (un’analisi sugli effetti economici dei Giochi).

Virginia Raggi, neo sindaco di Roma, non ha voluto sentire ragioni. Nessun referendum (come invece accaduto ad Amburgo) e nessun confronto con gli esponenti dello sport italiano. Le Olimpiadi a Roma nel 2024 non si faranno. I motivi per il no sono stati numerosi e basati soprattutto su uno studio dell’Università di Oxford, analisi nella quale vengono calcolati gli extra-costi sostenuti dai Paesi ospitanti dei giochi olimpici dall’anno 1960 a seguire. In effetti, è risaputo che per l’organizzazione di grandi eventi le spese extra tendono ad aumentare considerevolmente rispetto a quanto preventivato e così è stato e sempre sarà per ogni opera organizzata a livello nazionale. Qui potrebbe sorgere il primo dubbio: la soluzione, dunque, sarebbe quella di non progettare più grandi opere, eventi o manifestazioni che siano per la paura della lievitazione dei costi? O magari per la paura che il risultato siano “le Olimpiadi del Mattone”? Ragionando in questi termini, un Paese molto probabilmente rimarrebbe bloccato nell’immobilità totale. La soluzione, piuttosto, potrebbe essere quella di controllare che ci sia un regolare svolgimento di tutto ciò che concerne l’evento.


Ma andiamo con ordine e torniamo all’analisi dell’Università di Oxford. Questa ci comunica che dal 1960 al 1999 gli investimenti previsti sono stati incrementati in media del 230% (160% se escludiamo i due casi all’estremo). Dopo il 1999, alla luce di questi dati, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è intervenuto introducendo un sistema per provare a risolvere queste problematiche, l’Olympic Games Knowledge Management Program, un meccanismo che ha consentito di trasferire le conoscenze acquisite dalle esperienze precedenti per riuscire ad aumentare l’efficienza durante il periodo di organizzazione delle Olimpiadi. Il programma ha avuto l’esito sperato: infatti, l’incremento medio dei costi dal 1999 in poi è stato del solo 75% (ed escludendo i casi all’estremo, del solo 51%). Insomma, un buon punto di partenza.

Successivamente, grazie all’Agenda 2020, si è introdotto un altro meccanismo tramite il quale il CIO non affida più l’organizzazione dei Giochi a quelle città che garantiscono progetti e investimenti enormi ma, al contrario, a quelle città che necessitano di investimenti più limitati grazie alle opere di “bonifica” dei vecchi impianti, più che costruendone di nuovi. E questo sarebbe stato proprio il caso di Roma. Inoltre, l’analisi dell’Università di Oxford ha riguardato solamente i costi e gli investimenti necessari per organizzare le Olimpiadi, non approfondendo in alcun modo i benefici economici generati per la città e la nazione ospitante.

E i benefici economici ci sono, sono molti e non devono essere affatto trascurati…

1) VANE positivo: l’Università di Tor Vergata, delegata a redigere un piano per valutare costi e benefici delle Olimpiadi di Roma 2024, utilizzando un sistema prodotto dalla Banca Mondiale, ha verificato che il risultato (VANE, Valore Attuale Netto Economico), sarebbe stato positivo di circa 3 miliardi di euro, per un totale di 7 miliardi di euro di benefici a discapito di “soli” 4 miliardi di costi per investimenti. Questi i risultati più nello specifico: benefici per le imprese: 1,7 miliardi; Pil Lazio e Roma: 9 miliardi; entrate fiscali: 867 milioni; incremento PIL/anno regione Lazio: +0,4; redditi e consumi delle famiglie: 3 miliardi.
2) Sport e Salute: dando un’occhiata alle Olimpiadi di Londra 2012, si è verificato che ben 16 mila disabili hanno iniziato a praticare sport dopo la manifestazione; inoltre, il libro bianco sullo sport ammette che un aumento dell’1% delle persone che praticano sport garantirebbe un risparmio di ben 80 milioni di euro al servizio sanitario nazionale.
3) Occupazione: per quanto concerne l’occupazione, 177 mila posti di lavoro in più nel periodo tra il 2017 e il 2023, e 90 mila in più nel periodo tra il 2024 e il 2034.
4) Trasporto pubblico: Londra ha potuto allargare il proprio trasporto pubblico, costruendo altre 6 linee ferroviarie che dal 2012 stanno servendo il popolo londinese.
5) Biglietti, Sponsor, Merchandising: guadagno previsto dalla vendita dei biglietti: 650 milioni di euro; incasso dagli sponsor: 615 milioni; merchandising: 74 milioni.
6) Villaggio olimpico: 17 mila posti letto in più per la costruzione del Villaggio olimpico, con benefici totali di 140 milioni di euro circa.
7) Zero debiti per il comune di Roma: l’ investimento sarebbe stato di circa 4 miliardi, di cui 0 a carico del comune di Roma, che quindi non si sarebbe “coperto di debiti” come detto dal sindaco. Circa 2,5 di questi 4 miliardi sarebbero stati finanziati da capitali privati di cui 1,5 dal CIO e 1 dagli sponsor, e il resto da investimento pubblico statale.
8) Denaro rimborsato dai romani allo Stato per ritiro candidatura: la candidatura c’era stata, approvata dall’allora sindaco Marino. E ritirarsi in corsa provocherà, molto probabilmente, una spesa di 20 milioni di euro per i cittadini romani che dovranno rimborsare allo Stato quanto speso finora.
9) Esportazioni: vengono spesso trascurati poi, a causa delle analisi compiute solamente sull’effetto diretto dei Giochi, alcuni risultati economici molto rilevanti. È stato dimostrato negli ultimi anni come un evento, anche abbastanza piccolo per un’economia nazionale come quello delle Olimpiadi, può aumentare in modo considerevole le esportazioni, come affermato nel 2011 da A. Rose e M. Spiegel, due professori dell’Università di California nell’Economic Journal, che con ogni probabilità è la rivista europea di maggior prestigio per quanto concerne gli studi economici. Gli autori hanno dimostrato come anche solo i Paesi candidati che poi non saranno selezionati ottengono un risultato analogo. In sostanza, la candidatura viene interpretata come un segno di apertura all’economia globale e un ritiro potrebbe generare esattamente l’effetto inverso.
10) Aumento del PIL: nel 2012, invece, due ricercatori dell’Università Cinese di Hong Kong, in uno studio promosso dalla International Society for Quality of Life Studies, hanno tentato di capire quali sono gli effetti post-Olimpiadi per la nazione che li ospita. Il risultato è stato un aumento del reddito pro capite che comporta un aumento del PIL dall’1% al 3% che ha inizio nel periodo appena seguente l’annuncio ufficiale che incorona il Paese ospitante e che dura circa 8 anni a livelli sostenuti. Una ricerca del 2015 svolta da alcuni studiosi turchi conferma come le Olimpiadi garantiscano un impatto positivo sul PIL, rafforzando, in termini più generali, il benessere dei cittadini.
11) Effetti globali positivi: uno studio di C. Van Ewijk dell’Università di Amsterdam, sempre molto recente poiché anch’esso datato 2015, conferma definitivamente che, se vengono presi in considerazione gli effetti globali dei Giochi a livello nazionale, i risultati sono senza dubbio positivi da un punto di vista statistico.
12) Turismo: ultimo ma non ultimo il turismo. Sebbene non ci siano studi che dimostrino che l’impatto del turismo durante le Olimpiadi sia così imponente, l’occasione di poter ospitare per alcune settimane, in una città come Roma, migliaia di persone interessate allo svago e ai valori sani dello sport, non può far altro che aumentare l’interesse per la città e, più in generale, per l’Italia. Infatti, a differenza di molte città organizzatrici in passato, per cui il turismo non era un punto essenziale, Roma può vantare una storia e meraviglie tali che sarebbero state mostrate a tutto il mondo e avrebbero attirato, negli anni a venire, sempre più turisti.

In conclusione, è stato rilevato come determinate opportunità non vengono tenute in considerazione al momento della decisione di ospitare o meno le Olimpiadi perché, troppo spesso, si valuta solamente il valore atteso (che in questo caso, secondo l’Università di Tor Vergata sarebbe stato comunque positivo) invece di valutare il valore reale, ovvero quei benefici generati dai Giochi col presupposto di un controllo serio sull’organizzazione della manifestazione e una gestione responsabile ed esperta nel pre e nel post Olimpiadi.


Alex Righi
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