Internazionalizzazione: club calcistici sempre più glocal

  L'internazionalizzazione è oggi per le società calcistiche uno dei terreni di sviluppo più proficui. In un sistema calcio sempre più globale, aprirsi ai mercati esteri, in particolare a quelli emergenti, può fornire ai club un’opportunità importante di crescita del proprio business.
È fondamentale per chi si occupa di internazionalizzazione conoscere i mercati nei quali operare per individuare le aree che offrono le migliori potenzialità e riuscire a disporre degli strumenti funzionali per cogliere questa sfida.

Pioniere, per questo tipo di attività, è stato il Manchester United che, grazie alla crescente popolarità a livello mondiale, è stata la prima società a siglare contratti di sponsorizzazione regionali o local sponsorship.
La galassia delle sponsorizzazioni dei Red Devils è costellata da numerosi partner sparsi in tutto il globo terrestre. Attualmente lo United può contare su oltre 60 contratti suddivisi tra “global sponsors”, “regional partners”, “media partners” e “financial partners”. Una miriade di accordi siglati con brand importanti che hanno scelto il club inglese per aumentare la loro notorietà, sia a livello globale che in zone specifiche come l’Asia, l’Africa e il Medio Oriente.

Il Liverpool persegue un modello strategico di digital expansion con l’intento di utilizzare i social media come veicolo culturale. L’obiettivo è quello di entrare in contatto con i propri fan non solo con gli account tradotti in lingua locale, ma anche attraverso la produzione di contenuti creati su misura per i tifosi, in modo da far fronte alle loro esigenze e bisogni seguendo una stategia che prevede la realizzazione pratica del modello THINK GLOBAL, ACT LOCAL.

Sulla scia degli inglesi, tutti gli altri top club europei si sono spinti oltre i confini continentali alla ricerca delle migliori opportunità per attuare operazioni di co-marketing volte alla promozione e valorizzazione del brand per incrementare i ricavi.

Anche il Barcellona, pur mantenendo una precisa identità locale, si è aperto al mondo, offrendo pacchetti di sponsorizzazioni in base alle esigenze dei possibili investitori locali. In Germania i top club come Borussia Dortmund e Bayern Monaco hanno addirittura aperto degli uffici operativi in Asia e Stati Uniti, con il supporto diretto della Bundesliga.

Seppur timidamente, anche le società italiane guardano al processo di internazionalizzazione come a un’opportunità da cogliere. La Juventus negli ultimi due anni ha siglato ben cinque accordi di sponsorizzazioni regionali e punta molto sullo sviluppo delle academy, in particolar modo in Cina e Giappone. Nella situazione in cui si trova la società guidata da Andrea Agnelli, esportare il marchio oltre confine può essere il principale driver per la crescita dei ricavi. In corso Galileo Ferraris, non potendo chiedere di più (almeno per ora) ai principali sponsor (Jeep e adidas), ne tantomeno ottenere di più dai diritti tv (una voce del bilancio che già sorride ai bianconeri) e con uno Juventus Stadium quasi saturo, l’internazionalizzazione sembra essere la via più redditizia per avvicinarsi ai primi in Europa.
Non basta giocare finali di coppe nazionali o effettuare tournée estive pre-season per farsi conoscere all’estero. Ne sa qualcosa il Napoli, che negli ultimi mesi è alla ricerca di figure professionali che conoscano i mercati asiatici con l’intento di attrarre nuovi partner e crescere sul piano dell’internazionalizzazione del brand.


L'articolo integrale è stato pubblicato sul digital magazine b2s business to sport
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