Il rilancio del marchio Tepa Sport: Intervista a Mariano Riva, socio di PIN UP srl


Nell'ultimi anni sta rinascendo dalle proprie ceneri uno dei brand italiani più storici del settore calzaturiero, vale a dire Tepa Sport. Fondata nel 1952 a Rudiano (BS) dai fratelli Paolo, Battista e Rino Riva, Tepa era leader di mercato nella realizzazione di scarpe da calcio, e negli anni '60 e '70 la maggior parte dei club di Serie A e B erano fornite dall'azienda bresciana. Campioni del calibro di Zoff, Trapattoni, Facchetti, Riva, Albertosi, Scirea e tanti altri compivano le loro gesta con indosso le Tepa. Oltre ad essere fornitore dei club, la V bianca affiancò anche la nazionale durante i Mondiali e gli Europei disputati in quel periodo storico. 

Per i ventenni e i trentenni di oggi, appassionati di pallone, il marchio Tepa difficilmente è noto, ma chi ha circa 40 anni associa il brand bresciano ai propri ricordi di infanzia legati al mondo del pallone.

Negli anni '80 l'azienda fallì a causa dell'eccessiva concorrenza sul mercato portata dai grandi colossi dello sportswear. 

Incuriositi dal rilancio di questo storico brand, abbiamo voluto intervistare uno dei protagonisti di questa mission, vale a dire Mariano Riva, che è uno dei nipoti dei soci fondatori.

Ora il brand appartiene alla Pin Up srl, ma in questi anni è sempre stato sotto il controllo della vostra famiglia?

Circa 10 anni fa avevamo ceduto il marchio Tepa Sport ad un'azienda italiana, che aveva come strategia di gruppo la volontà di entrare nel calcio, e pensò al nostro marchio. Ci presentarono un piano di rilancio interessante. Vennero siglati accordi di sponsorship importanti, come quello con Alessandro Rosina, che all'epoca era un giocatore del Torino in Serie A, e con Michele Arcari, all'epoca portiere del Brescia. Tale rilancio però morì sul nascere, non avendo gestito noi tale operazione non sappiamo esattamente quali furono le cause, ma dato che anche la cessione del marchio non venne ultimata decidemmo di tenercelo.

Prima di entrare più nel dettaglio del vostro di rilancio, quali furono le cause del declino che portarono al fallimento dell'azienda negli anni '80? 
In quel periodo entrarono nel mercato colossi del calibro di adidas, e loro offrivano un prodotto di alta qualità ad un prezzo troppo competitivo, combattere con queste realtà divenne complicato. Purtroppo passammo da realizzare 10000 scarpe al giorno a dover chiudere a malincuore la nostra attività.

Da circa due anni avete deciso di rilanciare il marchio, partendo dalla realizzazione di scarpe cosiddette sneakers. 
Si esatto, ma anche all'epoca oltre a realizzare scarpe da calcio realizzavamo tali tipi di scarpe. Abbiamo vari modelli di diversi colori, sia in pelle che in tessuto, tutte rigorosamente made in Italy.

La scelta di produrre solo in Italia è una strategia che ha un perchè specifico o è una necessità? 
E' il nostro cliente medio che ci chiede un prodotto di qualità e perciò made in Italy, le nostre sono scarpe realizzate a mano, rispettando la tradizione originaria.

A proposito di cliente medio. Il vostro cliente medio che caratteristiche ha?
Guardando anche i dati statistici della nostra piattaforma e-commerce, abbiamo notato che il nostro cliente medio è ovviamente uomo con un'età media di 41 anni. Questo è ovvio perchè i ventenni e i trentenni di oggi difficilmente conoscono il nostro marchio. I nostri clienti sono tutte persone che associano al nostro marchio i loro ricordi infantili legati al calcio.

Dal punto di vista commerciale, come siete organizzati? 
Abbiamo degli agenti plurimandatari che propongono i nostri modelli ai vari punti vendita della Lombardia, e appunto la piattaforma e-commerce che ci permette di raggiungere anche il resto d'Italia, ma da poco abbiamo siglato un accordo con un azienda milanese che ci permetterà di raggiungere anche il resto d'Italia attraverso il retail.

Durante questo periodo di rilancio, sfruttate molto il fattore nostalgia attraverso facebook.
Si esatto, questa strategia ci ha permesso di capire quante persone si ricordano della "V" sulle scarpe da calcio. Questa "operazione nostalgia" consiste nel pubblicare dei post ogni giorno, facendo gli auguri di compleanno ai vari ex giocatori che in passato hanno calcato i campi con indosso le Tepa. Essendo stati fornitori di quasi tutte le squadre di A e B, abbiamo "nostalgici" di tutta Italia che si ricordano le gesta di quel specifico calciatore, e di conseguenza ricordano con piacere anche noi.

Dato che avete una storia così prestigiosa nel mondo del pallone, avete intenzione di rientrare anche in questo ramo delle calzature?
La nostra storia impone questo sicuramente, ma questo settore è diventato difficile, con le multinazionali che hanno a disposizione capitali enormi. Noi sì abbiamo la storia, ma se rientreremo nel calcio lo faremo ponderando tutti i passaggi necessari. A breve faremo realizzare dei prototipi ad un'azienda mantovana. A tale proposito mi faccia dire che per noi le scarpe da calcio devono essere fatte rigorosamente a mano, perchè ogni piede ha una propria morfologia. Considerando che il nostra cliente medio ha come età circa 40 anni, le posso dire che il calcio a 5 può essere un mercato interessante per noi, dato che chi ha quell'età pratica più questa disciplina che il calcio a 11.

Per quanto riguarda i vostri programmi futuri, che sviluppi ci saranno nei prossimi mesi?
A fine settembre inaugureremo il nostro quartier generale qui ad Adro (BS), che sarà anche uno store. Successivamente, in vista della prossima primavera-estate, lanceremo dei nuovi modelli sneakers, realizzati con uno stilista con cui vogliamo instaurare una collaborazione continuativa. Con questi modelli puntiamo ad offrire un prodotto di maggior qualità, rispetto a quello attuale che ci permetterà di allinearci anche in una fascia di mercato più alta, questo porterà ovviamente anche ad un sensibile aumento dei prezzi anche delle nostre scarpe.

Fabrizio Tarzia
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