Premier League: per aumentare il fatturato, si sponsorizzano anche le maniche


E' indubbiamente sotto gli occhi di tutti. Il mondo dello sport è sempre più intriso di sponsorizzazioni, una voce sempre importante nei bilanci delle società, in particolare quelle calcistica in Europa, ed è per questo che si cercano sempre nuovi modi per aumentare il fatturato costantemente. L’Italia, al contrario di altre realtà europee, non sempre è in grado di sfruttare al meglio gli sponsor, come abbiamo spiegato in questo articolo.

Ad esempio nel campionato inglese, la Premier League, dove il business delle sponsorizzazioni muove un fatturato che è quattro volte quello della Serie A, dalla scorsa stagione in poi si è scelto di dare spazio agli sponsor anche sulle maniche delle magliette per un giro complessivo di tre milioni di pound per tutta la stagione.
Non si tratta certo di una novità assoluta visto che ad esempio in Spagna già da un po' sulla manica della casacca del Barcellona campeggia il nome di Beko, marchio di elettrodomestici iberici ma sembra che gli inglesi siano riusciti nel complesso ad ottenere introiti migliori con le maniche: attualmente già rappresenterebbero il 20% dell'intero fatturato di sponsorizzazioni del kit completo delle squadre.

Una nota curiosa sulla Premier League è che questa stagione è la prima senza alcun marchio di birra presente tra gli sponsor. Veramente incredibile sia pensando a quanti fiumi di bionde e rosse bevono gli inglesi nei pub oltre manica ma anche per la storia di alcuni legami come quello che per tanti anni ha visto Carlsberg campeggiare sulla mitica maglia rossa del Liverpool.

A dominare la scena sono indubbiamente le società di scommesse e proprio a riguardo della "novità maniche" Mansion, la società che gestisce Casino.com, uno dei portali di gambling più famosi al mondo, ha scelto di sponsorizzare con il proprio dominio, i lati esterni delle maglie dell'Athletic Football Club Bournemouth, squadra che attualmente si trova in un più che dignitoso dodicesimo posto in classifica.
E in Italia? Attualmente le maniche non sono ancora state prese in considerazione ma c'è chi si ingegna in tutti i modi per aumentare le entrate derivanti dalle sponsorizzazioni. Aurelio De Laurentiis ad esempio, presidente del Napoli, ha deciso di apporre due sponsor sulla parte avanti delle maglie azzurre della squadra: Acqua Lete come main sponsor e Pasta Garofalo come "secondary". E per concludere in bellezza vicino al Lato B di Mertens, Insigne e compagni, campeggia il logo di Caffè Kimbo.

A livello di Lega di Serie A sta invece facendo notizia il possibile addio di TIM, marchio che da tantissimo tempo (stiamo parlando di oltre 20 anni) ha legato il suo nome a quello del nostro massimo campionato. Sta ora al commissario straordinario Giovanni Malagò capire se ci sono i margini per arrivare ad un rinnovo con la famosa società di telecomunicazioni o virare altrove e trovare un altro marchio da associare al campionato.
Una sponsorizzazione che è costata a TIM 18 milioni di euro negli ultimi anni, ma che indubbiamente assicura una visibilità incredibilmente elevata fra tutti gli appassionati di calcio che in Italia sono una fetta considerevolmente importante tra la popolazione. Malagò come presidente del CONI ha dimostrato un'ottima capacità in fatto di sponsorizzazioni e di certo la Serie A ha un incredibile appeal sul piano commerciale.

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