Collovati sul calciomercato: “L’Italia ormai è un supermercato dell’Arabia”



Tra una trattativa di calciomercato sensazionale e l’altra, l’Arabia Saudita rischia di mettere le mani sull’Italia calcistica. Dopo Marcelo Brozovic e Sergej Milinkovic-Savic, Paul Pogba potrebbe essere l’ultimo atleta della Serie A in ordine di tempo a cedere alle sirene arabe. Senza contare Sandro Tonali, finito al Newcastle grazie ai soldi di un fondo sovrano di Riad.

Va sottolineato come il campionato italiano non sia l’unico in cui gli sceicchi hanno fatto man bassa. Anche top player del calibro di Benzema, Kanté e Koulibaly, per citarne alcuni, hanno ceduto alle loro lusinghe. Si può biasimarli fino a un certo punto: certi assegni a più zeri farebbero gola a chiunque. Ma c’è chi, tornando al campionato nostrano, teme che ormai l’Italia sia “un supermercato dell’Arabia Saudita”. È la battuta con cui Fulvio Collovati stuzzica Andrea D’Amico, esperto agente sportivo, sull’argomento. L’egemonia araba è destinata a durare? L’intervistato ha un’opinione chiara: scopriamolo attraverso l’analisi di Collovati e D’Amico ai microfoni di Betway.

D’Amico sulle trattative in Serie A: “Il nostro ormai è un ‘secondo’ mercato”

Mentre in Arabia Saudita le società mettono a segno un colpo dietro l’altro, nel nostro campionato la sessione di calciomercato si è aperta all’insegna di un certo immobilismo. La sensazione è che questa campagna acquisti possa andare avanti così: anche le big restano in attesa di qualche colpo low cost per sistemare la rosa.

Una tesi confermata da Andrea D’Amico, che sottolinea come ormai quello italiano sia diventato “un ‘secondo’ mercato”: si acquistano giocatori giovani, che poi vengono valorizzati e ceduti come pezzi pregiati. “Oppure riaccogliamo dei giocatori importanti, che magari hanno fatto carriera in club importanti, e poi vengono qui a chiudere la carriera. Mi viene in mente Klose, che alla Lazio ha vissuto una seconda giovinezza, Di Maria, lo stesso Ronaldo”.

In quest’ottica non è da escludere l’ipotesi che la lotta per il prossimo scudetto sia all’insegna dell’equilibrio. Un’argomentazione che può essere confermata vedendo le quote delle scommesse online di Betway.

Arabia Saudita come Cina e Russia? D’Amico: “Gli sceicchi hanno soldi da sperperare”

Torniamo però al quesito iniziale: l’Italia è diventata davvero il “supermercato” di fiducia dei capricci arabi? Su questo Andrea D’Amico ha le idee chiare. “Secondo me bisogna saper cavalcare il cambiamento, e quindi gestirlo: la preoccupazione fine a sé stessa non serve. Non puoi competere con delle risorse così enormi”.

Che l’Arabia Saudita sia la “nuova” frontiera delle spese pazze, in modo analogo ad altri campionati esteri di qualche anno fa? “Sta avvenendo quello che è accaduto prima in Russia e poi in Cina. In Cina è durata poco perché il governo è molto attento agli umori della gente. Quando la gente ha cominciato a lamentarsi di questi ingaggi stratosferici il governo ha tirato i remi in barca”. In tal senso, il problema in Arabia Saudita non si pone: “Gli sceicchi hanno soldi da sperperare…”

Il calcio italiano, insomma, è messo in crisi da una nuova minaccia. Secondo il procuratore, però, il malessere è alla radice. “Ciò che mantiene il calcio sono i diritti televisivi, soprattutto quelli che vengono comprati dall’estero. Il fatto di vendere questi diritti impone la necessità di avere un prodotto credibile. Noi, in questo momento, non siamo credibili dal punto di vista della giustizia sportiva e della stabilità finanziaria delle società. Per quello incassiamo meno rispetto ad altri campionati”.

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