Conti in rosso e perdite continue, il Sistema Calcio cerca nuove entrate



Numeri da capogiro, contratti milionari, trattative infinite per diritti televisivi, sponsor, palcoscenici, prime serate. Eppure, non sembra bastare. Sotto la patina brillante e dorata del calcio, infatti, ci sono conti in rosso, bilanci in perdita, segni meno che appaiono sempre più importanti. 

Guardiamo per un istante i numeri delle big italiane negli ultimi 10 anni, prendendo quindi in considerazione un lasso di tempo che comprende la crisi del Covid 19 e il mercato pre-Neymar, quello fatto di cifre più umane e senza dubbio normali. Partiamo dalle squadre che hanno perso di meno: Fiorentina, Napoli e Lazio sono tutte sotto i 30 milioni di perdita, frutto di progetti oculati, di plusvalenze e di esercizi chiusi in utile. Se passiamo poi alle vere big il discorso cambia e non poco: la Juventus ha conti in rosso per quasi 600 milioni di euro, la Roma degli americani ha perso negli anni oltre 830 milioni, Inter e Milano segnano invece un -950 milioni di euro. 

Numeri che non possono non far riflettere e che spingono il mondo del calcio a guardare altrove per cercare nuove fonti di reddito e nuove entrate. Tra le soluzioni più percorse c’è senza dubbio quella delle partnership con le case di betting, un settore in costante crescita nel nostro paese. 

Negli ultimi venti anni la raccolta delle scommesse sportive è cresciuta di quasi 26 volte in Italia, con un’evoluzione abbastanza netta di quelle relative al calcio, passate da generare 2.1 miliardi nel 2006 a oltre 13 miliardi nell’anno in corso (solo la Serie A ne raccoglie 2 miliardi). Un peso, quello delle scommesse sul pallone, che è importante anche dal punto di vista erariale: nel 2023 infatti le casse dello Stato hanno ottenuto oltre 340 milioni di euro. Estendendo poi il campione a livello mondiale, vediamo che il calcio incide per più della metà nel comparto betting, generando un giro d’affari da oltre 760 miliardi di euro, davanti al basket (che si ferma a 365 miliardi) e al tennis (terzo con 88 miliardi). 

Sostenere il mondo del calcio, poi, vuol dire sostenere anche l’economia nazionale. Nel Report Calcio 2023 stilato dalla FIGC troviamo infatti una sezione curata dalla società di Standard Football, specializzata proprio nell’analisi economica dell’industria calcio, che ha messo in evidenza il contributo diretto e indiretto di questo sport nell’economia italiana. La spesa diretta è arrivata a 5.713 milioni nel 2022, il gettito fiscale genera quasi 3 miliardi e l’impatto nel settore occupazionale, in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 2021, è sempre maggiore. Nel mondo del calcio, infatti, trovano lavoro oltre 125 mila persone, senza contare tutta la filiera indiretta legata al merchandising, alla ristorazione, ai trasporti, all’accoglienza. 

Una vera e propria industria, che ha bisogno però di investimenti e di progettualità. Perché sostenere il calcio vuol dire sostenere tutta l’economia. E, ovviamente, permettere di andare avanti allo sport che amiamo di più. 


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