Uefa: “rivoluzione” commerciale e di marketing per il calcio femminile


Novità in vista per il movimento femminile europeo sia dal punto di vista commerciale che di marketing. L’Uefa, nell’ambito del piano quinquennale dedicato alla crescita del calcio femminile, sta valutando diverse iniziative da mettere a punto nei prossimi mesi.

Il primo aspetto sul quale l’Uefa vuole puntare riguarda la commercializzazione dei pacchetti di sponsorizzazione e, per tale motivo, si sta valutando di affidarsi ad un’agenzia ad hoc nel Regno Unito dedicata esclusivamente al mondo del calcio femminile.
Se il progetto dovesse andare effettivamente in porto, per la prima volta nella storia i pacchetti di sponsorizzazione dedicati al movimento femminile sarebbero commercializzati in modo autonomo e non più legati al calcio maschile. Si vocifera che le prossime settimane saranno quelle decisive per iniziare ad essere operativi e per poter iniziare a lavorare in vista delle sponsorizzazioni della prossima stagione di Champions League e per il Campionato Europeo femminile in programma nel 2021.

La recente visita di delegati dell’Uefa a Londra non è di certo passata inosservata dagli addetti ai lavori, segnale che l’organismo crede fortemente nel progetto. Incontri con Sky, Facebook, Manchester City e PepsiCo sono stati un ottimo punto d’inizio per valutare questa “rivoluzione” commerciale, nonché per avere ulteriore supporto per la campagna #TogetherWePlayStrong.
Ma la strategia che l’Uefa sta mettendo a punto per il calcio femminile non si può considerare esaurita con l’aspetto commerciale. Lato marketing, infatti, si sta lavorando per realizzare un’importante campagna pubblicitaria e di immagine con testimonial d’eccezione all’interno del mondo dello sport.
Inoltre, l’Uefa sta studiando come offrire più visibilità alla finale di Champions League femminile, evento molto seguito anche da appassionati di calcio maschile. Un primo passo potrebbe essere quello di separare nettamente le due finali – femminile e maschile appunto – per garantire soprattutto a quella “in rosa” visibilità esclusiva.

Chiara Savignano

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