Juventus: Analisi economico-finanziaria dopo le sentenze della giustizia sportiva



E' di pochi giorni fa la notizia del rinnovo del contratto di Alessandro Del Piero fino al 2010, una trattativa lunga e per certi versi complessa, come ha spiegato lo stesso capitano della Juventus, ma che alla fine è andata a buon fine sia per la Juve, per il giocatore che per i tifosi bianconeri. Con questo rinnovo si completa quel processo fortemente voluto dalla dirigenza juventina di trattenere i campioni rimasti dopo le vicende di calciopoli. Come sempre avviene nelle contrattazioni più difficili il punto di incontro si è trovato a metà strada tra quello che offriva la Juve e quello che chiedeva Del Piero. Una riduzione dell’ingaggio c’è stata ma non eccessiva come in un primo tempo si pensava. C’è la novità del preparatore atletico personale per il giocatore e in più altre clausole che riguardano l’attività marketing e commerciale del club.
Si è molto parlato e discusso di questo rinnovo contrattuale che è risultato essere abbastanza complesso rispetto al previsto. In casa Juve dopo il ciclone di calciopoli sono molto attenti alle vicende di natura economica, perché la situazione che si son trovati ad affrontare non era facile.
Di seguito si parlerà proprio di questo; verrà effettuata un’analisi sugli effetti che le vicende giudiziarie hanno avuto a livello economico e patrimoniale sulla Juventus Football Club SpA.
Giusta o sbagliata che sia la sentenza della giustizia sportiva, di certo ha provocato un vero e proprio terremoto nella gestione di un Club che fino a un paio di anni fa contrastava in Europa Manchester United e Real Madrid per la leadership di squadre di calcio nel settore “entertainment company” e che ora si è trovata alle prese con un brusco ridimensionamento.

Revoca dello Scudetto 2004/05, non assegnazione di quello del 2005/06, retrocessione in Serie B con una penalizzazione di 9 punti, più un’ammenda di 120.000 euro e un ulteriore sanzione di 194.450 al posto della squalifica dello stadio per le prime tre giornate del campionato 2006/07. Questo è quello che successo alla Juventus sul piano sportivo dopo le sentenze della giustizia sportiva. A tutto questo c’è da aggiungere lo smantellamento di una rosa di campioni, con le cessioni di Cannavaro, Emerson, Ibrahimovic, Vieira, Zambrotta, Thuram e Mutu.Tutto questo ha provocato delle conseguenze enormi alla società dal punto di vista patrimoniale economico e finanziario.

L'analisi parte dai ricavi che in un solo anno sono diminuiti del 25% passando dai 251 milioni di euro del 2006 ai 186,6 milioni del 2007. Interrompendo il trend in crescita degli ultimi anni.




In netta diminuzione sono le tre principali voci che compongono il fatturato: i ricavi da gare, diritti radiotelevisivi e proventi media e i ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità.




Le cause principali sono innanzitutto la mancata partecipazione alle coppe europee e la rinegoziazione al ribasso sia da parte dei Media che degli sponsor per la retrocessione in serie B. A tutto questo si aggiunge anche i minori introiti derivanti dalle gare dovuti alla minor capienza dello Stadio Olimpico di Torino.
Per far fronte a questa diminuzione dei ricavi, la società ha dovuto attuare una politica di contenimento dei costi, in particolare per quanto riguarda gli stipendi e i costi di ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, spalmati negli anni successivi grazie al prolungamento dei contratti.
I costi operativi nell'esercizio 2005/06 erano pari a 204,2 milioni di euro, mentre nel bilancio chiuso al 30 giugno 2007 ammontano a 147,3 e come si può notare in netta diminuzione da un anno all'altro.
Con le cessioni di tanti campioni si è ridotto il monte stipendi, ma la campagna trasferimenti, sotto l’aspetto patrimoniale, ha comportato una riduzione del capitale investito di 32,3 milioni di euro.


Acquisizioni: 17.900
Cessioni : (50.192)


Rapporti con gli sponsor e i media

La perdita più grossa per la società juventina è stata la cessazione del contratto di jersey sponsor con Tamoil che in caso di retrocessione in Serie B poteva esercitare la clausola di rescissione del contratto. Una perdita consistente anche perché la sponsorizzazione che legava la Juventus all’azienda petrolifera era la più ricca per quanto riguarda club calcistici, con cifre record al momento della firma del contratto: 240 milioni di euro fino al 2015.
Ma andiamo per ordine ed entriamo più nei dettagli dell’accordo e della cessazione.
Nel marzo del 2005 la Juventus Football Club SpA ha siglato con la società Oilinvest Netherlands B.V. un contratto di sponsorizzazione per tutte le competizioni per un periodo di 5 anni a partire dal 1° luglio 2005 fino al 30 giugno 2010. Il controvalore pattuito per questo arco di tempo era di 102 milioni di euro. Inoltre la società olandese aveva acquisito per un importo di 18 milioni di euro il diritto di prorogare il contratto per altri 5 anni fino al 2015 per un corrispettivo di 130 milioni di euro per questo secondo quinquennio.
Cifre da capogiro per il mercato italiano delle sponsorizzazioni calcistiche soprattutto se si paragonano a quelle delle degli altri due grandi club sella Serie A Inter e Milan. La prima con la Pirelli non arriva neanche a 10 milioni di euro a stagione e per quanto riguarda il Milan con il nuovo accordo fatto con Bwin incassa circa 15 milioni a stagione. Ma siamo lontani dai circa 24 a stagione che Tamoil garantiva alla Juventus.
La comunicazione del recesso è avvenuta nel settembre del 2006, non riuscendo le due parti a giungere ad altri accordi di sponsorizzazione, hanno amichevolmente interrotto il rapporto di partnership. Il logo è rimasto sulle maglie della Juve fino alla fine della stagione sportiva. L’impatto economico negativo nell’esercizio 2006/07 è stato di 8 milioni di euro. In pratica la società bianconera dalla Tamoil ha avuto la quota intera per l’anno 2005/06 e una quota inferiore per il 2006/07, a questi dati c’è da aggiungere i 18 milioni di euro versati per il diritto di sponsorizzazione per gli anni dal 2010 al 2015.
Dal 1° luglio 2007 e fino al 30 giugno 2010 Official Sponsor della Juventus è diventato il Gruppo Fiat che verserà nelle casse bianconere un corrispettivo totale di 33 milioni di euro più compensi variabili legati al raggiungimento di determinati risultati sportivi nelle competizioni nazionali e internazionali.Si è passati da 24 milioni di euro a stagione a 11, un impatto negativo sul fatturato del club di non poco conto.

Minor introiti non solo dalle sponsorizzazioni ma anche dai contratti per la cessione dei diritti radiotelevisivi. Infatti a causa della retrocessione nella serie inferiore anche Sky ha corrisposto meno soldi rispetto al previsto per la diretta delle partite.L’accordo risalente all’aprile 2004 prevedeva 90 milioni di euro per la stagione 2005/2006 e 94,5 per quella 2006/07. Il contratto modificato nel settembre 2006 ha visto una diminuzione per l’anno giocato in Serie B da 94,5 a 80,2 milioni di euro, con un differenza di 14,3 milioni.
La Nike, sponsor tecnico, ha deciso di continuare la sponsorizzazione sino alla fine della scadenza prevista per il 2015. Sono state però ridiscusse alcune clausole che hanno comportato una riduzione di 4,5 milioni per l’anno 2006/07 e altri 4,5 milioni da ripartire negli successivi.
Anche l’accordo con H3G ha subito una riduzione per il 2006/07 per un importo intono ai 2 milioni di euro.
Nel marzo 2007 CdA della società ha approvato un piano di sviluppo a medio termine per ritornare leader in Italia e in Europa e rilanciare il club sotto il profilo sportivo commerciale, finanziario e patrimoniale attraverso il rafforzamento e l’aumento della competitività dello staff tecnico (allenatori e giocatori) e attuando strategie commerciali per migliorare la valorizzazione del brand e sinergie con partner nazionali e internazionali.Con l’aumento di capitale di 104,8 milioni di euro approvato dall’assemblea straordinaria nella primavera del 2007 si cercherà di perseguire un discreto equilibrio economico patrimoniale e una riduzione dell’indebitamento.
Adesso la Juventus è ritornata in Seria A e anche se con una rosa calciatori non competitiva come quella degli anni scorsi viaggia nelle prime posizioni della classifica. La società parla di 5 anni per tornare a competere con le grandi d’Europa, ma gente come Del Piero, Trezeguet, Nedved, Camoranesi e Buffon non hanno tutto questo tempo a disposizione e hanno tanta fame di successi e voglia di riprendersi quello che sul campo avevano conquistato.

Fonte dei dati: www.juventus.com

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