Abolizione della Legge Beckham

Il governo Zapatero ha trovato un accordo per modificare con un emendamento la famosa “Legge Beckham” a partire dal 2010. Sarà un provvedimento che sicuramente cambierà le sorti del calciomercato europeo, riportando maggiore competitività fra i club calcistici.
Da tempo Adriano Galliani, Vicepresidente del Milan, sottolinea come l’agevolazione fiscale concessa in Spagna, non permette alle società italiane di essere competitive nell’acquisto dei calciatori più bravi.

La "Legge Beckham" fu approvata dal governo Aznar nel 2005 con l'intento di favorire l'ingresso in Spagna di ricercatori scientifici mediante una notevole agevolazione fiscale.
I lavoratori stranieri con introiti superiori ai 600mila euro l'anno, per il primo quinquennio di permanenza in Spagna, possono usufruire di un'aliquota del 24% (25% sino al 2007).

La legge ben presto divenne una notevole agevolazione per i club calcistici spagnoli, liberi di ingaggiare atleti stranieri pagando meno tasse rispetto agli altri campionati.
Basta pensare che in Inghilterra la tassazione è del 50%, in Germania del 45% e in Italia del 43%.
La legge è stata associata al nome di Beckham, per il semplice motivo che fu uno dei primi top player dei famosi Galacticos a usufruirne.
Oggi, però, questo privilegio è destinato a venir meno, e il governo spagnolo alzerà l'aliquota al 43%, esattamente come accade nel nostro Paese. Non è difficile intuire le conseguenze per quanto riguarda la campagna acquisti delle squadre spagnole.

La riforma della legge non avrà carattere retroattivo. E pertanto non riguarderà, ad esempio, Kakà, Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic, già in possesso di contratti e che quindi godranno ancora della vecchia aliquota fino alla scadenza del contratto.

Josè Luis Astiazaran, presidente della Lfp, (la Lega Calcio spagnola) ha espresso "grande preoccupazione" e non ha escluso di "fermare la competizione" se il progetto di riforma andrà avanti. "Una modifica del regime speciale per gli stranieri costerà ai club 100 milioni di euro a stagione", ha spiegato Astiazaran. Sul piede di guerra anche Real Madrid e Barcellona che si son dette disponibili a fermarsi in segno di protesta.

Intanto il resto dell’Europa applaude alla decisione del governo Zapatero, la Germania era da tempo che protestava per questa situazione e anche Platini Presidente dell’Uefa, sempre attento alle questioni di carattere economico-finanziarie, aveva espresso molte perplessità per le agevolazioni concesse alle società spagnole.

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