Guest Post - Creare un “network” con gli sponsor per superare la crisi

Alla tenuta Colle Piajo di Nembro si è svolta il 14 aprile, la sesta edizione del Workshop organizzato dal Volley Bergamo: nella splendida cornice bergamasca partner, sponsor e fornitori ufficiali si sono incontrati per una occasione di confronto. Insieme alla squadra ed allo staff tecnico un ospite d’eccezione: il giornalista ed economista Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio24. Tema della serata: “Ma cosa è questa crisi?” Interessantissimo l’ intervento di Barisoni, dal risvolto prettamente economico, da cui si può però trarre spunto per portare il discorso nell’ambito sportivo.
Due i punti a nostro avviso importanti, connessi tra di loro:
1 – Una crisi porta sempre al bisogno dell’altro. Quando tutto va bene, c’è molto individualismo, quando ci sono momenti di difficoltà si cerca aiuto. Il network a mio avviso può venire in soccorso ad un società in difficoltà. Network altrimenti detto rete (sociale). Prendiamo due elementi semplici, che, singolarmente, hanno una bassa utilità. Tuttavia se un grande numero di elementi semplici interagisce, può attivarsi una sinergia, creando qualcosa che può essere complesso ed utile. In parole povere Network significa stare insieme, essere parte di qualcosa.
Curare il proprio orticello in questo momento di crisi significa auto-limitarsi e perdere opportunità interessanti partendo da collaborazioni. Creando un network, si offre il proprio prodotto e si “sfruttano” i prodotti degli altri. Quello che una società potrebbe fare è creare un “network” con i propri sponsor. Farli interagire creando connessioni: partendo dalla fidelizzazione verso la società sportiva, si crea fidelizzazione tra sponsor, si possono creare eventi tra sponsor, collaborazioni e agevolazioni tra gli stessi sponsor/ partner e per i tifosi, tutto atto ad aumentare visibilità (brand awareness + brand image) e per avere certo introiti maggiori. La connection tra tutte le parti (sponsor/partner, società + squadra, tifo) crea un valore assolutamente più grande di quello che ne esce sommando le singole parti. Tutto questo potrebbe diventare un sistema di marketing, non una semplice interazione tra più parti, una nuova strategia utile alla società sportiva.
2 – Neo-Sobrietà. Questo concetto significa ridefinire le priorità di spesa. Alcune spese verranno azzerate, altre rimarranno invariate e altre ancora invece potranno addirittura aumentare. Un esempio? Elettronica: smartphone e tablet, che continuano a far registrare percentuali di vendita altissime. Questo perché è considerata un valore aggiunto. La strategia vincente è dare attenzione al cliente che è disposto a pagare di più per avere questo valore aggiunto, per essere coccolato. Una idea potrebbe essere l’ abbonamento Premium usufruibile per tutti (non solo per media, sponsor). Da 100 euro a 200 ma con qualcosa che invogli il tifoso a fare questa scelta: maglia ufficiale autografata, biglietti per le trasferte, una supporter card per comprare nel “network” degli sponsor, parcheggio (ove possibile), accesso alla Sala Hospitality, accesso alla mixed zone nel dopo partita. Anche lo sponsor/partner deve essere protagonista, non basta l’abbonamento Premium, i banner pubblicitari al palazzetto, sulle macchine o sulle shirts (marketing plan): è necessario aumentare gli eventi ad hoc e personalizzati (già alcune società lo fanno), maggiore interazione con la squadra.. Ovviamente bisogna pensare a qualcosa che sia innovativo, gli esempi fatti sono semplici e solo per dare una idea del concetto.
Aggiungiamo una osservazione per quanto riguarda i singoli atleti: i grandi campioni sono un grande mezzo di comunicazione, e se le aziende e/o le società sportive comprendessero le potenzialità degli atleti inserendoli nelle strategie di marketing, questo sarebbe un valore aggiunto. Soprattutto in un mondo come la pallavolo che ha necessità di nuovi stimoli. Il testimonial è un veicolo importante, crea sinergie, visibilità (brand awareness + brand image), crea coinvolgimento, empatia con i clienti che siano sponsor o tifosi. E se una società sportiva capisce questo, è disposta ad aumentare il proprio budget per avere il campione che sia il top da questo punto di vista, perché porterebbe nuove opportunità nella società sportiva stessa: partendo dagli sponsor personali ed incrementando l’ utilizzo dei social media che creano attenzione ed engagement, chiavi importanti per far crescere il proprio business.
Per fare tutto questo bisogna essere originali, non avere paura, essere non-convenzionali.
Cristina Gatti
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