Decreto dignità: serie minori in difficoltà


Sono anni davvero duri per il calcio italiano, in particolar modo per quanto riguarda le serie minori. E in tal senso, il Decreto Dignità ha svolto sicuramente un ruolo fondamentale. Gli introiti che sono venuti a mancare hanno messo alle strette tante società italiane, in particolar modo dalla Serie C in giù.

Decreto dignità e pandemia

Un momento storico particolare, che è tristemente coinciso con una pandemia mondiale, la quale ha costretto a vedersi gli introiti derivanti dagli stadi praticamente azzerati. Si parla di incassi molto ridotti per tutte le società sportive italiane, a causa di una combinazione di problemi che negli ultimi due anni sta mettendo a serio rischio in futuro di diverse società. I costi di gestione sono sempre più elevati e gli introiti sempre di meno. Tra pagamento degli stipendi, allenamenti e altre spese correlate, pare davvero difficile che le serie minori italiane possano riuscire da questo oblio. Le partite a porte chiuse non hanno fatto altro che rendere questo problema ancor più evidente.

Mancati introiti e dubbi sull’efficacia

I problemi che a creato questo decreto sono stati, in termini economici, davvero incredibili. Grazie a questa mossa del Governo italiano sono andati in fumo tanti accordi che le società calcistiche avevano preso con le aziende di gioco: si stimano circa 200 milioni di euro di mancati introiti. Cifra che si aggiunge ai già enormi problemi derivanti dalla pandemia. Diverse società hanno avuto problemi a pagare gli stipendi dei dipendenti, per un danno economico correlato e totale di oltre 700 milioni di euro. 

Il problema riguarda in particolare le categorie inferiori, le quali si fondano in maniera molto rilevante su accordi di questo tipo. In tal senso, solo in Serie C pare che siano stati calcolati almeno il 20% di introiti mancati tra quasi tutte le società. 

Tutto questo ha innescato una serie di critiche e di richieste da parte delle società e di vari amministratori pubblici, i quali hanno chiesto a gran voce che il decreto Dignità venga quanto meno sospeso per questi mesi particolari. La sponsorizzazione delle aziende calcistiche è un fattore economico essenziale, che poi si riversa su tanti altri aspetti. 

Oltretutto, sorgono seri dubbi circa l’effettiva efficacia di questo decreto. I giocatori non sono affatto diminuiti, anzi. Abbiamo assistito negli ultimi mesi ad una vera e propria esplosione di siti di gioco online, che permettono di effettuare scommesse PostePay e con tanti altri metodi di pagamento. Un vero e proprio boom, che è in costante crescita.

Decreto dignità: cosa è vietato

Ma effettivamente, cosa è vietato fare a causa del decreto dignità? Questa disposizione governativa vieta ogni forma di pubblicità, che sia diretta o indiretta, che ruoti attorno alle scommesse sportive. In questo modo, i vari bookmakers non possono pubblicizzare la loro attività in alcun modo: e ovviamente, neanche tramite le società calcistiche, le quali si vedevano retribuire cifre sostanziose. Sono stati vietati anche cartelloni pubblicitari, spot tv e sponsor sulle maglie. In nessun caso è ammissibile sponsorizzare la propria attività.

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