Maria Sharapova e il suo “little black dress”: da New York alla Hall of Fame



Quando nel 2006 Maria Sharapova scese in campo agli US Open indossando un abito nero scintillante disegnato da Nike, il tennis visse un momento di rottura. Non era solo un completo da gara: era un manifesto di stile e personalità, capace di unire moda e performance sportiva come mai prima di allora.

Progettato da Martin Lotti, allora direttore creativo globale per il settore femminile di Nike, il vestito divenne rapidamente un’icona culturale. Linee eleganti, dettagli in cristallo, ma al tempo stesso funzionalità assoluta: la prova che nel tennis si poteva essere potenti senza rinunciare alla grazia.

“Quell’abito aprì un nuovo capitolo”, ricorda Lotti. “Mostrò che lo sport poteva incontrare la moda senza compromessi. Lo chiamai ‘unexpected performance’: sembrava un abito da sera, ma era costruito per il massimo livello.”

Dal campo alla Hall of Fame

Quasi vent’anni dopo, Sharapova torna a indossare un altro abito nero, questa volta per un’occasione speciale: la sua induzione nella International Tennis Hall of Fame. Per celebrarla, Nike ha ripensato il leggendario modello del 2006, mantenendone i tratti distintivi — il taglio essenziale, la silhouette nera, la lucentezza discreta — ma adattandoli a un contesto cerimoniale, con gonna plissettata e orlo più lungo.

Il nuovo outfit custodisce dettagli intimi e simbolici: cinque stelle per rappresentare i suoi cinque Slam, un bottone disegnato a partire da un algoritmo legato al compleanno del figlio, un accessorio per capelli metallizzato, un bracciale con Swoosh avvolgente e una versione personalizzata delle nuove Nike Shox Z.

“È un momento circolare non solo per me, ma anche per Nike”, afferma Lotti, oggi Chief Design Officer del brand. “Eravamo lì al suo trionfo, siamo qui oggi per la sua celebrazione.”

Eleganza, forza e identità

Per Sharapova, quell’abito non è mai stato solo un simbolo estetico. “Ricordo la prima volta che lo indossai,” racconta. “Mi sentivo forte, elegante, libera nei movimenti. Era un prolungamento del mio stile e della mia identità.”

Quella fusione di eleganza e forza resta la cifra della sua personalità anche oggi, tra vita da ex atleta, imprenditrice e madre. “Ho ancora pezzi che indosso da anni. Sono parte di me, come questo abito. È qualcosa che ti ricorda chi sei.”

Una sfida agli stereotipi

Il “little black dress” del 2006 non fu soltanto una scelta stilistica: sfidò i canoni del tennis femminile e più in generale dello sport, mostrando che un’atleta poteva essere al tempo stesso potente e raffinata.

“Giocando con quell’abito, Maria era forte e allo stesso tempo elegante,” ricorda Lotti. “Dimostrò che non bisogna mai scegliere tra una cosa o l’altra. Puoi essere entrambe.”

Ed è proprio qui, conclude, che Nike dà il meglio di sé: “Quando osiamo, quando facciamo qualcosa che non è mai stato fatto. È così che lo sport evolve, è così che gli atleti si reinventano.”

Un’eredità che continua

Dall’esordio di Flushing Meadows alla cerimonia nella Hall of Fame, il piccolo abito nero di Sharapova resta il simbolo di un legame che dura da quasi vent’anni tra la campionessa e Nike. Un connubio fatto di fiducia, visione e voglia di rompere gli schemi.

“Per noi gli atleti sono famiglia,” conclude Lotti. “Siamo con loro nei momenti di gloria e in quelli più difficili. Questo abito, ieri come oggi, racconta proprio questo: stile, performance e storia intrecciati in un unico segno di identità.”

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