Il pianeta eSports e le banche: uno scenario globale che cambia


Nuovi orizzonti, nuove proposte, nuovi prodotti sul piatto. Il mondo si evolve continuamente e stavolta vede come protagonisti assoluti il pianeta Nba, gli eSports e gli istituti di credito che intendono innovare a quanto pare la propria ‘business card’ tradizionale. Se da un lato l’Nba ha stabilito di recente di immergersi in una nuova esaltante avventura, quella griffata eSports, dall’altro il pianeta bancario sembra lentamente interessarsi al pianeta dello sport interattivo, un settore che sta facendo registrare trend e performance estremamente interessanti. Ma andiamo per ordine.
Il più celebre torneo di pallacanestro Usa, in sintonia con Take Two Interactive Software (produttore del videogame NBA 2K), ha dato vita recentemente alla prima lega di eSports correlata al 2K: la Nba 2K League metterà sul piatto circa 1 milione di dollari di premio per il suo campionato inaugurale, con tanto di contratto salariale ai vari player di riferimento interessati.

Sulla stessa lunghezza d’onda, il pianeta bancario comincia a riflettere attentamente e seriamente a tal proposito. Probabilmente, adesso più che mai, è arrivato il momento dell’investimento efficace a livello di eSports, come detto una “branca” che sta mostrando numeri importanti a livello di performance economico-finanziaria. Tanto per fare un esempio, l’Intesa Sanpaolo E-Football Cup ha in parte finanziato l’estate scorsa una competizione di PES 2017, organizzato da Personal Gamer in collaborazione con la banca torinese. Superpremio finale? Un consistente montepremi, traducibile in oltre 5.000€. “Ciò a testimonianza di come le banche, e in maniera analoga sembrano voler agire i grandi brand e colossi della revisione aziendale e contabile, cominciano a prendere in considerazione a quanto pare l’ideologia e ‘filosofia’ dell’eSports – sostiene il giornalista marchigiano, ispettore d'azienda e consulente finanziario Daniele Bartocci, ex bancario e uno dei protagonisti all’evento eSports Liveleague all’evento Overtime festival di Macerata 2017 alla presenza di vip come Pierluigi Pardo, giornalista e telecronista Fifa18 – A mio parere è un settore considerato ormai un “bocconcino” assai prelibato dal panorama della finanza globale che intende a quanto pare innovare il suo più tradizionale biglietto da visita caratterizzato da consulenza e servizi finanziari, il tutto a beneficio anche dei giovani di oggi che saranno i protagonisti del domani”.

Se vogliamo realizzare un’analisi di numeri recenti ufficiali, il mercato dei videogiochi in Italia già circa un anno fa valeva 1,6 miliardi di euro. Cresce a dismisura il mercato degli eSports in cui l’Europa occidentale rappresenta il secondo mercato assoluto dopo il continente asiatico con 48 milioni di appassionati e ricavi di poco superiori a 150 milioni di dollari, poco meno di un quarto dei 696 milioni (+41% sul 2016) mossi a livello mondiale, secondo gli ultimi dati 2017. Le sponsorizzazioni raddoppieranno, con brand importanti pronti a diventare protagonisti anche in questi ambiti: si pensi a Gillette, Coca Cola, ma specialmente si stanno muovendo banche e istituti di credito negli ultimi tempi. Secondo i dati del primo trimestre pubblicati qualche giorno fa dal Sole 24 ore, il report Global Esports Market targato Newzoo mostra come quest’anno il giro d’affari degli eSports raggiunga quota 905,6 milioni di dollari, con una crescita anno per anno del 38 per cento. 
Nel 2020 l’industria degli sport elettronici dovrebbe raggiungere un valore totale di 1,4 miliardi di dollari o perfino oltre 2 miliardi. Quasi 360 milioni di sponsorizzazioni e 174 milioni di advertising, stando alle cifre del Sole 24 Ore, alimentano le entrate del settore, senza tralasciare che la partnership tra organizzatori di eventi e maison di videogiochi valgono oltre 115 milioni di dollari. Insomma, i numeri sono emblematici. Mai come ora è possibile investire sul pianeta eSports. E allora… cosa aspettare?

Daniele Bartocci

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