L'importanza dello stadio per i club calcistici italiani

Mancano ormai pochi giorni all’inaugurazione del nuovo stadio della Juventus e torna d’attualità il tema legato agli impianti sportivi in Italia e all’esigenza di approvare una legge in materia per colmare il gap con gli altri Paesi europei, dove le società di calcio macinano ricavi attraverso la gestione dello stadio.

La Juventus sarà il primo top club italiano a dotarsi di uno stadio di proprietà aperto sette giorni su sette e capace di generare importanti ricavi, stimati in circa 30 milioni di euro l’anno. Si creerà per la vecchia signora un vantaggio economico rispetto ai competitor italiani come Inter, Milan e Roma puntando su una diversificazione delle entrate per non pesare troppo, come oggi accade, sugli introiti delle televisioni.
Da anni Adriano Galliani va dicendo che bisogna muoversi in fretta per evitare di restare ai margini del calcio che conta, peccato però che molte occasioni siano andate perse. Non esser riusciti ad aggiudicarsi né l’Europeo del 2012 né quello del 2016 pesa come un macigno su tutto il movimento calcistico italiano. Se a questo aggiungiamo anche il sorpasso della Germania nel ranking Uefa, ne consegue che siamo in caduta libera e presto bisognerà guardarsi le spalle dalla Francia, che per i campionati europei del 2016, sta investendo 1,7 miliardi di euro per l’ammodernamento degli stadi.
Alcuni dicono che non serve una legge per costruire nuovi stadi, probabilmente è vero, ma senza una legge specifica in materia i tempi saranno molto più lunghi per via delle tante problematiche di tipo strutturale legate alla progettazione, alla realizzazione e alle controversie con gli enti locali. Il progetto della Juventus di costruire uno stadio di proprietà è iniziato più di dieci anni fa, ma per tutto questo tempo si sono susseguite diverse trattative e varie problematiche con il Comune di Torino, provocando innumerevoli ritardi nell'inizio dei lavori.

Il primo Report sul Calcio presentato nel maggio scorso, che ha fotografato il calcio italiano attraverso un’ampia analisi economico-finanziaria sui bilanci dei club professionistici dalla Serie A alla Lega Pro, effettuando anche un confronto con i maggiori campionati nazionali europei, ha definito il modello di business del calcio italiano poco competitivo e difficilmente sostenibile.
Analizzando la suddivisione dei ricavi dei 5 principali campionati europei si nota come in Italia solo il 15% del fatturato è legato allo stadio. In Spagna e Inghilterra le percentuali sono rispettivamente del 32% e del 25%.





In Inghilterra e Germania si ha il più alto tasso di riempimento degli stadi, rispettivamente 92% e 88%, in Italia la percentuale è al 61% a causa dell’obsolescenza degli impianti che hanno un’età media di oltre 50 anni, ma anche per la scarsa visibilità dovuta alla pista di atletica presente in molti stadi.



Se prendiamo i primi 20 club europei per fatturato e calcoliamo la percentuale dell’incidenza degli introiti derivanti dallo stadio sul totale dei ricavi, si nota come negli ultimi 5 posti ci sono le uniche quattro squadre italiane presenti nella lista, mentre nei primi cinque posti ci sono 4 società inglesi.



Questa classifica è lo specchio della realtà ed evidenzia come in un Paese come l’Inghilterra, dove in 20 anni sono stati investiti tantissimi soldi nella costruzione di nuovi impianti, lo sfruttamento dello stadio avviene 365 giorni l’anno.
L’Inghilterra può vantare anche il record dello stadio più costoso mai realizzato finora. Infatti il nuovo stadio di Wembley, che ha sostituito il precedente demolito nel 2003, è costato la bellezza di 757 milioni di sterline ed è capace di ospitare 90 mila spettatori.

La Juventus è riuscita a costruirsi lo stadio riuscendo a tenere bassi i costi di investimento e soprattutto a finanziare il progetto attraverso la vendita dei naming rights e degli spazi adiacenti per la costruzione di un centro commerciale. Ma anche attraverso il recupero dei materiali derivati dalla demolizione del vecchio Delle Alpi, che sono stati separati per tipologia, in modo tale da essere riciclati, ricommercializzati e riutilizzati nella costruzione del nuovo stadio, comportando così un risparmio globale di 2,3 milioni di euro.
Il costo complessivo dell’impianto si aggira intorno ai 120/130 milioni di euro, coperto in parte dall’accordo con la società Sportfive a cui la Juventus ha ceduto i diritti per lo sponsor che legherà il nome allo stadio. Da Sportfive i bianconeri incasseranno 75 milioni di euro, dei quali 42 milioni già versati e spesi per la costruzione dello stadio, mentre il resto verrà versato nei prossimi anni. L’altra fetta di risorse col quale coprire il costo della struttura, proviene dalle cooperative Nordiconad, a cui la Juventus ha ceduto la superficie di 34 mila metri quadrati per la realizzazione dello shopping center che verrà aperto ad ottobre 2011 e si chiamerà Area 12.
L'ultima consistente fonte di finanziamento è rappresentata dal mutuo di 60 milioni di euro sottoscritto con l'Istituto per il credito sportivo (in due tranche, la prima di 50 milioni il 20 marzo 2009, la seconda di 10 milioni il 14 maggio 2010) garantito da ipoteca, dai crediti verso Sportfive che matureranno dal 2011-2023 e dai futuri introiti aggiuntivi che deriveranno dal nuovo stadio.
La capienza dell’impianto è di 41 mila posti con la prima fila distante dal terreno di gioco solo 7,5 metri e le panchine sono posizionate in prima fila all'interno della tribuna, come negli stadi inglesi. Concepito secondo i massimi standard di sicurezza, l’impianto è privo di barriere architettoniche e in caso di emergenza può essere evacuato in meno di 4 minuti.
L’area esterna allo stadio è molto ampia con 4.000 posti auto e 34.000 m² di aree commerciali e 30.000 m² di aree verdi e piazze. All’interno sono previsti 8 ristoranti e 20 bar. Nei primi mesi del 2012 aprirà al pubblico anche il museo dedicato alla storia della Juventus.
La struttura esterna dello stadio è composta da 7.000 pannelli in Alucobond colorati in varie sfumature di grigio e bianco, oscillanti e riflettenti, i quali, secondo il designer Fabrizio Giugiaro che ha curato il design degli esterni, danno l'effetto di una «bandiera in movimento». Un lungo fregio tricolore cinge l'intera struttura, intervallato in vari punti da due stelle gialle, che richiamano quelle presenti all'interno dello stadio nelle curve.

Caratteristiche principali dell'impianto:

• Capienza: 41.000 posti a sedere
• Posteggi: 4.000 posti auto
• Superficie totale: 355.000 m²
• Superficie interna allo stadio: 45.000 m²
• Aree dedicate ai servizi: 150.000 m²
• Aree commerciali: 34.000 m²
• Aree verdi e piazze: 30.000 m²
• Acciaio utilizzato: 6.000 t
• Skybox: 84
• Posti stampa: 459
• Bar: 20
• Aree ristorazione: 8
• Ristoranti: 2 per 3.000 pasti

La fatidica data per i tifosi bianconeri è ormai imminente.
L'inaugurazione è fissata per l’8 settembre con una cerimonia ricca di fascino e spettacolo prima della sfida con il club inglese del Notts County, che nel lontano 1903 fornì al club torinese le maglie bianconere.

Un primo passo verso la privatizzazione degli stadi è stato fatto dalla Juventus che ha ritenuto di non aspettare i tempi della politica, ma ora diventa fondamentale per il resto del movimento calcistico italiano, che il governo approvi presto un testo per favorire la semplificazione delle procedure amministrative e per incentivare la realizzazione o la ristrutturazione di nuovi impianti.

Giuseppe Berardi

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