I debiti del calcio europeo

Se esistesse un’agenzia di rating per le squadre di calcio, la maggioranza di quelle europee verrebbe retrocessa in seconda divisione. Come i governi del vecchio continente, infatti, anche i club sono travolti dai debiti. Secondo le cifre rese note il 25 gennaio dalla Uefa, le perdite totali delle squadre europee alla fine del 2010 hanno raggiunto la cifra record di 1,6 miliardi di euro, con un aumento del 33 per cento in un anno. Il 56 per cento dei 665 club di prima divisione che hanno comunicato alla Uefa i dati di bilancio hanno registrato una perdita al netto.
Altro record: il totale dei debiti ammonta ormai a 8,4 miliardi di euro. Considerando il contesto economico globale, le previsioni per il futuro non sono delle migliori.
Il presidente dell’Uefa Michel Platini ha ragione quando parla di “situazione allarmante per il calcio europeo”, e dice che “non si può chiedere ai paesi di stringere la cinghia se noi non facciamo nulla”. Per cambiare le cose Platini vorrebbe un sistema di controllo per risanare i conti dei club basato su un principio semplice di fair play: nessun club deve spendere più di quanto guadagna.
Da una decina d’anni, soprattutto a causa dell’arrivo di nuovi investitori con risorse inesauribili e non sempre trasparenti, il calcio europeo è entrato in una spirale folle. I club si affrontano a colpi di decine di milioni di euro per assicurarsi i giocatori migliori. Un caso di scuola sono i nuovi padroni del Paris Saint-Germain, la Qatar Investment Authority, che hanno speso più di 100 milioni di euro dall’inizio della stagione.
Il fair play finanziario voluto da Platini è dunque essenziale, sia per riequilibrare i conti sia per ristabilire l’equità delle competizioni. Oggi, infatti, i club che dominano in Europa sono anche i più indebitati. Manchester United e Chelsea sono in testa alla classifica dei debiti, seguiti a poca distanza da Real Madrid e Barcellona. Il presidente dell’Uefa ha promesso di punire i club che a partire dalla prossima stagione non rispetteranno le nuove regole del fair play finanziario. Secondo Platini ne va della “salvezza del calcio”.

Tratto da: Le Monde

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