Il ''rischio d'impresa'' delle qualificazioni mondiali : il caso Messico

Il percorso di avvicimento al mondiale per una squadra di calcio parte da molto lontano e con essa si mobilitano sponsor, broadcaster e federazioni.
Per alcune nazionali, l'investimento viene fatto a ''scatola chiusa''.
Insomma, non si pensa mai ad un Mondiale senza l'Italia, la Germania, il Brasile, l'Argentina, per fare alcuni esempi

In Sud-America non avrebbero mai immaginato che il Messico fosse in bilico per le qualificazioni (anche se dopo il risultato per 5-1 contro la Nuova Zelanda il pericolo sembra scampato).
Tanto è vero che ora a far gli scongiuri non sono solo i tifosi, ma anche chi nella nazionale messicana ci ha investito.

La TV Azteca ha pagato $ 100 milioni per in diritti tv per trasmettere i Mondiali del 2010 e 2014 in Messico. Univision ha pagato 325 milioni dollari per trasmettere gli stessi appuntamenti mondiali in lingua spagnola negli Stati Uniti. Poi ci sono anche sponsor come Coca-Cola, Banamex, Movistar e adidas, che pagano circa 300 milioni di dollari per i pacchetti venduti alla Federazione messicana.

Chi rischierebbe meno, in termini economici s'intende, sarebbe proprio la stessa Federazione, avendo già percepito gli introiti dagli sponsor.

Secondo Ernesto Bruce, a capo di adidas Nord-America, in realtà l'azienda non subirebbe un danno d'immagine, perchè la maglietta della ''El Tri'', soprannome della squadra messicana, è stato il prodotto più venduto negli Stati Uniti durante il Mondiale 2010, tanto da aver battuto quella dei campioni del mondo della Spagna e della nazionale USA della rivale Nike. La pensano allo stesso modo anche quelli di Coca-Cola, che sponsorizzano i messicani da ben 40 anni. Secondo loro non ci saranno ricadute del prodotto e continueranno a tenere la stessa strategia anche qualora non dovesse arrivare la qualificazione.

Dichiarazioni, forse, di facciata, ma certamente queste aziende si assumono un rischio non paragonabile a chi investe nei diritti televisivi
Televisioni come l'Univision hanno fatto un investimento sulla base della presenza messicana negli Stati Uniti pari al 65% dei 53 milioni di ispanici.
Una mancata qualificazione comporterebbe adirittura il dover restituire alcune somme ad aziende che avevano già comprato gli spazi pubblicitari durante le partite della nazionale.

C'è poi tutto un ulteriore indotto interno che soffrirebbe.
Ne è sicuro Hussein Forzan, consulente marketing della federazione messicana.
Quando gioca il Messico ''andiamo tutti al ristorante a guardare le partite della nazionale, compriamo l'edizione speciale della maglia , insomma si consuma di più''.
La mancata qualificazine potrebbe portare ad una diminuzione del 40% della spesa accessoria.

Ancora una volta possiamo renderci conto di quanto il calcio possa incidere nell'economia di una nazione.

Sara Messina

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