Diritti tv, il calcio italiano sta perdendo posizioni anche su questo fronte.

Mentre in Italia l’attenzione dei media e dei club è rivolta quasi esclusivamente alle trattative per il passaggio delle quote societarie dei club (su tutti Inter e Milan), all’estero le leghe non stanno certo a guardare, e rendono i rispettivi campionati nazionali sempre più ricchi e competitivi. Se fino a poco tempo fa a rendere distanti i club italiani dai competitors europei erano principalmente i bassi ricavi derivanti dalle attività di marketing e dai proventi da stadio, a preoccupare e non poco le italiane sono ora sono anche i ricavi derivanti dalle attività di broadcasting.

Tralasciando per un momento il faraonico contratto di cui possono godere i club di Premier League, nei giorni scorsi vi avevamo infatti raccontato dell’importante accordo siglato fra la Bundesliga e Sky per una cifra di 1,4 miliardi di euro a stagione (valore delle licenze per la trasmissione delle partite in Germania e all’estero), con un incremento del 70% rispetto all’accordo in scadenza nel 2017.
Quest’oggi concentriamo la nostra attenzione sul campionato spagnolo, che ha di recente comunicato la stipula del nuovo contratto sui diritti tv, per una cifra pari a 1.236 milioni di Euro (rispettivamente 614 milioni di quota nazionale e 622 di quota estera) per la stagione successiva, cifra destinata a salire fino a 1.500 milioni nelle stagioni seguenti. A questa cifra occorre tuttavia togliere 93 milioni (la commissione spettante a Mediapro), costi di produzione pari a 7 milioni, il 3,5% di paracadute per le squadre che retrocedono in serie b, e l’1% destinato al fondo promozione del campionato: si giunge così ad una cifra netta di circa 967 milioni.

E’ importante sottolineare che in virtù del Decreto- Ley n 5/2015, la stagione 2016/2017 sarà la prima in cui entrerà in vigore in Spagna la vendita centralizzata dei diritti tv: decisione presa dalla lega spagnola a seguito delle lamentale di numerosi club iberici, che lamentavano l’eccessiva forbice di ricavi televisivi presente fra i club ( il rapporto era superiore di 1:10) nella massima serie. Attualmente, in Spagna i diritti vengono suddivisi fra i club per il 50% in parti uguali, un 25% sulla base del seguito del club (abbonamenti, biglietteria, awereness, visibilità...), e un ulteriore 25% sulla base dei risultati sportivi degli ultimi 5 anni; ciò significa che ogni club avrà garantito in media un minimo di 24,2 milioni (di sola parte uguale), a cui andranno sommate le restanti voci. Quest’ultima cifra è comunque da considerarsi con la dovuta cautela, in quanto a breve in Spagna si ridiscuteranno i criteri di ripartizione, e la quota fissa potrebbe subire delle modifiche.



In virtù della sottoscrizione di questi contratti, come anticipato, la Serie A perde ulteriore terreno rispetto alla Bundesliga e alla Liga, posizionandosi al quarto posto della classifica dei principali campionati europei, davanti solo alla Francia, e distante anni luce dal primo posto occupato dalla Premier League.

Francesco Sottile
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