Le differenze tra eSports e casinò online: il ruolo della regolamentazione


Nel settore del gaming sono due i segmenti in grande scesa. Da un lato quello degli sport elettronici, dall’altro quello del gambling a distanza. Due mondi simili, vicini eppure lontanissimi. Scopriamo insieme perché. 



Da un lato c’è una raccolta che, solo per il segmento online, arriva a quota 73 miliardi di euro. Dall’altro invece il giro d’affari, per l’Italia, è di 47 milioni. Due numeri enormi, certo, eppure incredibilmente distanti. 

Il primo è quello relativo ai casinò online italiani, ovvero il segmento del gioco a distanza composto da siti con regolare licenza rilasciata dall’ADM. Questo comparto coinvolge una media di 3 milioni di utenti attivi al mese, che frequentano assiduamente le sezioni dedicate ai casinò online dei principali operatori italiani come 888Casino, Sisal, Snai e le piattaforme del gruppo Lottomatica. 

 L’altro è invece quello degli eSports, che a livello globale valgono invece 1 miliardo e 624 milioni di euro, con una crescita media annua stimata in oltre 8 punti percentuali, che permetterà quindi al settore di raggiungere un volume di mercato di oltre 2 miliardi e 235 milioni di dollari entro il 2027, con un coinvolgimento di 720 milioni di utenti. Sono questi i numeri resi noti dalla ricerca “Esports in Italia e nel mondo”, condotta dallo Oies, l’Osservatorio Italiano Esports, insieme a YouGov, all’interno del quale si sottolinea come in Italia gli appassionati di giochi elettronici siano il 4%, ovvero 2,2 milioni di persone. 

Una cifra incredibilmente simile a quella dei casinò online, eppure alla fine il rendimento economico dei due settori è molto diverso. La causa, come si legge qui, è tutta nella normativa, dal momento che gli eSports sono anche un settore senza regole. Nel 2022 il Parlamento Europeo li aveva consideranti come parte integrante della cultura e dei media, senza però che questo passaggio si tramutasse nella creazione di un assetto normativo per la filiera, che ad oggi è priva di regole chiare. Gli esperti lamentano infatti l’assenza di una regolamentazione adeguata che possa tenere in considerazione la figura del player professionisti, l’educazione in ambito gaming, le misure fiscali che possano supportare lo sviluppo del settore. Una lacuna importante, che è alla base del mancato sviluppo di un segmento che invece può essere un volano di crescita per tutto il comparto gaming italiano. 

“Siamo nella morsa del nulla normativo – ha spiegato di recente Alessio Cicolari, CEO di AK Group - mentre all’estero puoi fare tutto quello che non è vietato, in Italia puoi fare solo ciò che è esplicitamente autorizzato. I tempi del Parlamento sono veramente troppo lunghi, spero che qualcuno riesca a trovare il modo di risolvere la situazione attuale, dove rischiamo multe salatissime”. Un vuoto di leggi e di regole che non fa altro che rallentare lo sviluppo della filiera eSports. Un vuoto che deve essere risolto in fretta e colmato con leggi che possano portare l’Italia al passo con gli altri paesi del mondo. 


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