Calcio ed elusione fiscale: il Parlamento Europeo vuole vederci chiaro


Che il calcio sia ancora lo sport che muove più denaro, non è un mistero. E non lo è neanche il fatto che i più bravi fiscalisti del mondo siano quotidianamente al lavoro per scoprire il modo migliore per permettere ai loro clienti di eludere le tasse, una pratica che, a differenza dell’evasione vera e propria, non possiede risvolti penali, ma soltanto – si fa per dire – amministrativi.

Con questo si vuole affermare che, con sicurezza, gli sportivi più pagati del globo eludano sistematicamente il fisco? Giammai. Tuttavia, per usare le parole di Petr Jezek, europarlamentare membro del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, “la quantità di denaro che circola nello sport, in particolare nel calcio, è immensa, ed è evidente che ci sono dei metodi sofisticati per cercare di eludere le tasse.

Questa dichiarazione è stata rilasciata martedì 26 settembre, giorno in cui la Commissione d’inchiesta sull’evasione ed elusione fiscale del Parlamento Europeo (PANA), di cui lo stesso Jezek è co-relatore, ha esaminato la questione, in attesa della stesura della raccomandazioni finali, previste per la fine dell’anno.
Le notizie in possesso delle Commissione PANA hanno tutte la medesima fonte, il sito internet Football Leaks e la rivista tedesca Der Spiegel, che per l’occasione hanno agito da veri e propri raccoglitori di informazioni per l’European Investigative Collaboration (EIC), un grande progetto di giornalismo investigativo su scala continentale.

L’audizione dell’organo d’inchiesta, presieduta da Werner Lange del Partito Popolare Europeo, si è svolta alla presenza di noti esponenti del mondo del calcio internazionale, FIFA, UEFA ed European Football Agent Association.
La più grande preoccupazione del Parlamento Europeo è che proprio alcuni dei potenziali maggiori contribuenti delle casse nazionali – i grandi campioni dello sport, i loro agenti e addirittura le stesse società sportive – possano voler ridurre l’obbligazione tributaria attraverso metodi non completamente leciti.

La questione non è di poco conto, ma non si può dire neanche che giunga del tutto nuova alle orecchie delle autorità continentali. Basta consultare l’archivio storico di qualunque giornale sportivo, infatti, per rinvenire numerosi casi di altleti che hanno avuto problemi con il fisco: uno spaccato piuttosto eloquente della situazione, che evidenzia a sua volta la necessità di elaborare una normativa fiscale più puntuale e strategie comuni a livello continentale.

Avv. Carlo Rombolà




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