Tutte le maglie della nazionale di calcio italiana: 110 anni di azzurro



 Oltre ai goal, ai gesti tecnici o ai trofei, quale altro aspetto del gioco è spesso e volentieri destinato a rimanere nella memoria collettiva dei tifosi quasi alla stessa stregua di un goal in finale di Champions?

Qualsiasi collezionista non esiterebbe a rispondere: le maglie delle squadre di calcio.

L’estetica, con buona pace degli integralisti, è da sempre un elemento fondamentale di qualsiasi narrativa sportiva. Anzi, spesso e volentieri è proprio l’evoluzione della moda sportiva ad aiutarci a ricordare i principali momenti della storia di un determinato sport. Un esempio? Riuscite a ricordare la famosa partita contro la Corea (Sì, quella di Byron Moreno) dimenticandovi di quelle attillatissime maglie della Robe di Kappa?

Da diversi giorni sta circolando un’indiscrezione secondo cui la Nazionale Italiana sia prossima ad un cambio di sponsor tecnico. Sì, l’Europeo sarà probabilmente l’ultima competizione in maglia Puma.

Chi subentra? Adidas. Il colosso tedesco dovrebbe a breve firmare un contratto valido dal 2022.

Nell’attesa di scoprire come cambierà la divisa degli “Azzurri”, analizziamo assieme l’evoluzione della divisa della Nazionale dai primi del ‘900 ad oggi.  

Dai primi del ‘900 al dopoguerra

Il 6 gennaio 1911, in occasione di un’amichevole contro l’Ungheria, la Nazionale Italiana di calcio disputa la sua prima partita in maglia azzurra. Fino a quel momento la squadra aveva sempre indossato una divisa bianca forse in omaggio alla Pro Vercelli, la squadra più forte del momento.

Nella sua prima versione “azzurra”, accompagnata da calzoncini bianchi e calzettoni neri, la divisa ha le sembianze di una polo e utilizza come stemma lo scudo regale dei Savoia.

Maglia che rimane pressoché invariata fino all’avvento del ventennio fascista, quando nello stemma compaiono anche una corona e un fascio littorio. Non solo, nasce anche la prima “seconda maglia” della Nazionale: una divisa completamente nera, chiaro omaggio al regime.

Un look destinato a cambiare sostanzialmente nel dopoguerra, con la sostituzione dello stemma dei Savoia a favore del tradizionale tricolore.

Anche lo stile della maglia cambia nettamente, lasciando prima spazio ad un colletto “a laccetti” e poi, dal 1948, a un più austero girocollo.

Dagli anni ’50 al 1970

L’unica sostanziale novità degli anni ’50 è la comparsa, sopra allo stemma, di un riquadro dorato contenente la scritta “Italia”.

In occasione dei Mondiali del 1962 in Cile, invece, la maglia cambia radicalmente trasformandosi in una e vera propria polo, con tanto di bottoncini azzurri sul colletto.

Nel mondiale inglese del 1966 da segnalare invece l’utilizzo di due divise nel corso della competizione: una a girocollo e maniche lunghe e un’altra con il colletto a V e le maniche corte.

Dopo tante delusioni, finalmente il ritorno al successo: l’Italia si “laurea” campione d’Europa nel 1968 e raggiunge il secondo posto ai Mondiali di Messico 1970. Un’edizione resa indimenticabile dallo storico 4-3 in semifinale contro la Germania.

In queste competizioni la maglia azzurra ritorna minimalista, con una versione girocollo leggermente più scura rispetto al passato e accompagnata dal classico scudetto tricolore sul petto.

Siamo “Campioni del Mondo”

Dal 1974 arrivano gli sponsor tecnici. Non molti sanno che fu proprio Adidas a vestire la Nazionale dal 1974 al 1978, sebbene l’unico indizio della partnership fosse nel risvolto dei calzettoni con le tradizionali tre strisce.

Nel 1979 è invece “Le Coq Sportif" a diventare sponsor degli azzurri, accompagnandoli nello storico successo del Mondiale di Spagna del 1982.

Diverse le modifiche a cominciare delle rifiniture tricolori presenti sia sul colletto “polo” che sulle maniche della divisa. Anche il logo cambia: nello spazio bianco del tricolore si poteva leggere chiaramente la scritta FIGC.

Dopo la vittoria del mondiale compariranno anche le famose tre stelle sopra lo stemma.

L’era Diadora 

Il marchio italiano accompagnerà la Nazionale per un decennio (1985-95) e si contraddistinguerà per i frequenti cambi di “stemma” e per l’avvento dei tessuti sintetici.

Dal 1985 fino a dopo i mondiali di Italia 90 lo stemma della nazionale diventa tondo, mentre le divise sono di un tessuto acetato molto lucido.

Un cambio di logo che durerà “solo” fino al 1991, con la presentazione del nuovo logo della Federazione: una forma rettangolare obliqua accompagnata da un pallino azzurro nell’angolo alto a sinistra.

Nei mondiali americani del 1994, infine, la maglia rimane invariata nella sua sostanza ma presenta sul tessuto il logo serigrafato della Federcalcio.

La parentesi Nike

Dal 1995 ai mondiali di Francia 1998 è Nike lo sponsor tecnico della Nazionale.

È proprio l’azienda americana a introdurre il famoso colletto bianco e la rifinitura oro nello stemma.

Da segnalare anche la divisa creata per gli Europei del 1996 quando compare, nello stupore generale, la scritta “Italia” all’altezza del fondoschiena sul retro della maglia.

Più sobria la versione inaugurata a Francia ’98: materiale lucido, un colletto irregolare e la presenza di due linee bianche molto sottili lungo i fianchi e sotto le maniche.

Robe di Kappa

Dal 1999 Robe di Kappa diventa sponsor tecnico, un cambio sancito da una vera svolta stilistica: il logo dello sponsor può per la prima volta apparire sulla maglia.

Il look della maglia è molto retrò ed è palesemente ispirato alla divisa degli anni '50 con il ritorno del famoso scollo a V.

Nel 2000, in occasione gli Europei, il logo della Kappa viene spostato sulle maniche e la maglia diventa molto attillata: una scelta volta ad evidenziare maggiormente le trattenute degli avversari. 

Puma e il ritorno sul tetto del mondo

Dal 2003 è il marchio tedesco a vestire gli azzurri e con Puma compare per la prima volta il logo della Federazione sia sui pantaloncini che sui calzettoni. 

Tra le maggiori innovazioni estetiche c’è anche il massiccio utilizzo del colore oro per numeri e molte delle rifiniture.

Una rivoluzione stilistica che culmina con la divisa che portò gli azzurri alla conquista del mondiale del 2006 in Germania. Una maglia caratterizzata dalle evidenti sfumature blu navy, dai calzettoni e pantaloncini azzurri e dal restyling dello stemma della Federazione.

Una collaborazione destinata a durare per quasi vent’anni. La collaborazione con Puma è, ad oggi, la più lunga della storia della Nazionale.


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