Riapertura stadi, si va verso il 75%, ma chi li riempie?



Slitta di una settimana il via libera all’aumento di capienza di impianti sportivi, cinema, teatri e sale da concerto. Il Cts ha già dato il via libera, ma il Consiglio dei ministri ha posticipato il decreto alla prossima riunione. Così, mentre club, esercenti e artisti premono per arrivare al 100% di capienza - il limite per ora è stato fissato all’80%, gli stadi al 75% -, si dovrà attendere ancora qualche giorno.

Per ora passa la linea più prudente del ministero della Salute, in particolare perché destano ancora qualche timore le partite di campionato. A meno di sorprese, il decreto dovrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana, questo significa che per la settima di campionato gli stadi saranno aperti per il 50% della capienza e si passerebbe al 75% per l’ottava, in programma il 16 e 17 ottobre (dopo la pausa per gli impegni delle nazionali in Nations League) e con una curva dei contagi presumibilmente migliorata.

Intanto Gravina si è espresso sulla riapertura stadi: "L'apertura degli stadi al 100%? Me la aspetto in tempi rapidi, anche perché nel resto d'Europa l'apertura è totale". Intervenuto al termine del Consiglio federale, il numero uno della Figc Gabriele Gravina si è espresso così sull'aumento della capienza massima degli impianti sportivi in Italia. Un limite, al momento, fissato al 50%: "Intanto aspettiamo il 75%, che al momento non c'è, poi il 100% ma non facciamolo diventare fondamentale visto che anche con il 50% i tifosi in molti stadi comunque non ci vanno", ha spiegato Gravina. Intanto, mercoledì 6 ottobre, a San Siro si giocherà Italia-Spagna per le semifinali di Nations League, ma il presidente federale non ha fretta sulla riapertura al 75%: "Non ci serve, tanto non la utilizzo se me lo dicono oggi. Non è che riapro e faccio il pienone. Non è tra le mie priorità assolute. Le società faranno ancora più fatica", ha concluso.

Il mondo del calcio chiede di riaprire al 100% gli stadi. Una continua cantilena, ma le strutture sono ancora mezze vuote. Dopo una stagione a porte chiuse, il campionato è iniziato al 50% tra proteste e recriminazioni di chi minacciava addirittura di non farlo partire. Ma adesso che sembra avvicinarsi la fine delle restrizioni, oltre che riaprirli gli stadi bisognerà anche riempirli. I tifosi hanno perso l’entusiasmo e non c’è più quella grande voglia di sedersi sugli spalti per assistere la propria squadra del cuore. Quasi quasi si preferisce cercare come vincere a Blackjack piuttosto cantare in curva.

I patron, in questo periodo, hanno contestato duramente il limite del 50%, ma fin qui praticamente nessuno lo ha superato. Lo dicono i numeri: secondo i dati del portale Worldfootball, nessuna squadra del campionato in queste prime cinque giornate ha una media spettatori pari al tetto del 50% fissato dalla normativa. In testa ci sono Milan e Inter, con una media di 31mila presenze, comunque inferiore alle 38mila disponibili sulla carta; in proporzione ha fatto leggermente meglio la Roma (28mila su 32mila) ma non siamo al limite. La partita che si è avvicinata di più è stata Juventus-Milan, poco sotto le 19mila unità (su 20mila) ma anche qui niente sold-out.


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