Il calcio è a un bivio: o si riforma oppure rischia di implodere su se stesso



La pandemia ha avuto come effetto quello di risvegliare il calcio dal coma profondo in cui si era messo. Si tratta, infatti, della crisi economica più grave – parliamo sempre del calcio – che questo sport ricordi da decenni.

Intere società, anche blasonate, che hanno i conti rosso fuoco, stipendi che vengono dimezzati, calciatori che non si riescono a vendere e contratti che non si rinnovano perché non ci sono i soldi.

Ecco, quando si arriva a questo punto si può solo risalire. A patto, però, che lo si voglia sul serio. 

La pandemia l’ha fatto svegliare dal lungo sonno

Come detto, la pandemia ha messo a nudo i tanti problemi economici che il calcio aveva. Problemi che ha tenuto sotto al tappeto per anni ma che sono emersi tutti all’improvviso. Un po’ come quando un’azienda non ha mai voluto investire sul web marketing e, poi, all’improvviso, ha deciso di farlo perché con il lockdown le persone compravano su internet.

A queste condizioni, la pandemia può essere una opportunità perché si possono riparare ai tanti errori che sono stati commessi nel corso degli anni. Primo tra tutti, quello di viaggiare oltre le proprie possibilità. 

Adesso serve un piano per riavvicinare i giovani

Descritta la situazione, adesso è opportuno trovare dei rimedi. In primis, far riavvicinare i giovani a questo sport che si sono allontanati passando ad altro. Ad esempio, ci sono tanti under 25 che si sono dedicati ai casinò con soldi veri invece di godersi una partita di calcio.

La soglia di attenzione è molto bassa e stare circa due ore per vedere una partita non è sempre possibile. Basta guardare, del resto, i social: su TikTok di calcio si parla poco, su Instagram un po’ di più mentre su Facebook, che è il social dei boomer o, comunque, delle persone un po’ più avanti con l’età, si fanno infiniti dibattiti sul pallone.

Un vero e proprio stacco generazionale. Il calcio, se vuole continuare a vivere, deve necessariamente invertire la rotta e, quindi, essere appetibili per le nuove generazioni. Cosa dovrà fare? Sicuramente innovarsi, ma di questo ne parleremo nel prossimo paragrafo.

Innovazione non solo sulla carta

L’innovazione non deve esserci solo sulla carta. Dalle parole bisogna passare ai fatti. Bene è l’ingresso in campo di DAZN e Amazon Prime nella visione delle partite. Certo, le difficoltà sono evidente ma bisogna considerare che siamo un paese che non è particolarmente avvezzo alla tecnologia.

Se poi si pensi che i dirigenti di calcio hanno una età molto avanzata – e quindi non certamente nativi digitali – ecco che il dado è tratto. Inoltre, è importante anche creare degli ambienti accoglienti per famiglie, con costruzioni nuove, in modo da incentivare i ragazzi ad andare allo stadio. Rendendo, se possibile, i biglietti d’ingresso più accessibili.

Perché, oggi, se una famiglia vuole andare allo stadio non spende meno di 100-150 euro. E se non si è particolarmente appassionati, va da sé che propende per altre soluzioni meno dispendiose. 


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