Aumentano gli abbonamenti alle pay tv e calano quelli allo stadio

Nel corso degli ultimi anni, i ricavi derivanti dai diritti radiotelevisivi per le società di calcio italiane hanno raggiunto cifre molto elevate. Con la precedente formula della contrattazione decentralizzata, i grandi club come Juventus, Milan e Inter sono riusciti a ottenere contratti molto redditizi. Ora con l’entrata in vigore del D.lgs. n°9 del 9/1/08, la commercializzazione dei diritti radiotelevisivi viene gestita in maniera collettiva da parte della Lega Nazionale Professionisti Serie A. Di conseguenza, i grandi club incassano meno e a guadagnare qualcosa in più sono le piccole e medie società.
I soldi ottenuti dalle televisioni, per i club italiani, costituiscono la fetta più grossa del fatturato.
L’errore più grande commesso, dai presidenti e dai dirigenti, è stato quello di non investire una parte di questi introiti, nella costruzioni di stadi moderni, per attirare un’affluenza di pubblico maggiore, aumentare gli incassi al botteghino e sfruttare l’impianto anche nei giorni in cui la squadra non gioca.
Una recente analisi, svolta dalla Gazzetta dello Sport, ha sottolineato come negli ultimi quattro anni, gli abbonamenti allo stadio sono diminuiti del 20,4%, da 354.659 a 282.233. Mentre i telespettatori del calcio a pagamento sono aumentati del 69% (in questa percentuale non sono presenti i dati di Mediaset Premium in quanto l’auditel li rileva solo dal 2010).

In Europa la situazione è ben diversa, ci sono stadi moderni, confortevoli e aperti sette giorni su sette, con ristoranti, cinema, negozi e musei, ma la cosa più importante è che, durante le partite, gli spalti sono pieni. In Inghilterra il tasso di riempimento degli stadi è del 92%, in Germania dell’88%, in Spagna del 73%, in Francia del 69%. L’Italia è il fanalino di coda dei cinque principali campionati europei, con un tasso di riempimento del 61%.
La causa principale, della bassa affluenza degli italiani, non è da ricercare nella comodità e nei servizi che i broadcaster offrono ai telespettatori, (alta definizione, interviste, ampio spazio al pre e post partita, maggior numero di telecamere ecc.) ma il problema sta nell’obsolescenza degli impianti con un età media che supera i 50 anni.
La Juventus, unica società ad aver costruito uno stadio di proprietà, dall’inizio del campionato ha fatto registrare a ogni partita il tutto esaurito. Intorno all’evento si crea un’atmosfera particolare, proprio come avviene in Inghilterra e Germania, attirando tifosi e appassionati da ogni parte d’Italia.

Il campionato italiano, oggi appare ridimensionato e paga anni e anni di ritardo rispetto agli altri. L’auspicio è quello di vedere ben presto un’inversione di tendenza e che le società, sulla scia della Juventus, possano dotarsi di impianti in linea con i loro competitor europei.

Giuseppe Berardi

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