Il Chelsea alla ricerca di uno sponsor per Stamford Bridge

Il Chelsea è alla ricerca di sponsor per cedere i naming rights dello Stamford Bridge. L’obiettivo è quello di cercare di aumentare i ricavi, in vista dell’entrata in vigore del Fair Play Finanziario.
Lo stadio attualmente può contenere circa 42 mila spettatori, capienza che però scende a 38 mila nei match di Champions League, a causa delle restrizioni imposte dall’Uefa.

L’Amministratore delegato dei Blues Ron Gourley sostiene che attuamente il club si trova in netto svantaggio rispetto alle altre società inglesi, che possono contare su impianti più grandi. Come ad esempio il Manchester United con l’Old Trafford, che può ospitare 76 mila persone; oppure l'Arsenal con l’Emirates Stadium, che ha una capienza di 60 mila spettatori.
Il patron del Chelsea Roman Abramovich, vorrebbe costruire un nuovo stadio con una capienza di 60 mila posti, ma recentemente il suo progetto si è scontrato con la tradizione del club e con l’associazione Chelsea Pitch Owners fondata nel 1993 da un gruppo di tifosi.
La CPO è detentrice della proprietà fondiaria dello Stamford Bridge e, nell’ultima assemblea straordinaria del Chelsea, si è opposta alla proposta di acquisto da parte del magnate russo. L’idea di Abramovich, era quella di acquisire il controllo dell'associazione e di conseguenza della proprietà dello stadio, per rivenderlo e costruire un nuovo impianto in un’altra zona di Londra. Il forte attaccamento dei supporters londinesi al proprio quartiere e alle proprie tradizioni, ha fatto si che, in assemblea i favorevoli alla cessione arrivassero al 61,6%, soglia non sufficiente per approvare la proposta.

Tramontata almeno per il momento l’idea di un nuovo impianto, il club si augura di annunciare entro i prossimi 6 o 8 mesi un accordo che preveda la cessione dei naming rights, per un periodo compreso tra un minimo di sette anni a un massimo di dieci.
L’AD dei blues ha sottolineato come Stamford Bridge sia solo l’ottavo stadio più grande in Inghilterra e il sessantunesimo in Europa. Numeri che non coincidono con le ambizioni della società, che punta a primeggiare sia all’intero dei confini nazionali che oltre.


Giuseppe Berardi

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