I bilanci dei club europei alla prova del "break even rule"

di Paolo Ciabattini*

L’ultimo mercato estivo e’ stato un mercato sicuramente all’insegna del Fair Play Finanziario, pur con qualche eccezione. I club europei hanno speso quasi 400 milioni di euro in meno rispetto alla media investita nelle ultime quattro stagioni.

Si è speso di meno in particolare in Italia che evidenzia finalmente un saldo attivo anche se di soli 4 milioni di euro (dati Transfermarkt) e in Spagna dove si registra un saldo di + 61 milioni di euro. L’ultima volta che la Serie A fece registrare un saldo attivo nel calciomercato fu nel 2005 quando la serie A totalizzò un + 52 milioni di euro.

In Spagna siamo passati da una saldo negativo di 222 milioni nel 2010, ai meno 73 milioni dell’anno scorso fino a raggiungere un saldo positivo di 61 milioni in questa stagione.
Una parte rilevante del miglioramento di quest’anno è da imputarsi al Malaga, che è passato da meno 59 milioni a più 29 milioni di euro, a dimostrazione che i soldi degli sceicchi come arrivano, fanno presto anche ad andarsene.
Il Real Madrid, per la prima volta nella sua storia, ha chiuso la campagna acquisti con solo 2 giocatori comprati e addirittura un saldo attivo. Il Barcellona ha comprato il minimo indispensabile. Com’è lontano il 2010 quando il Barcellona acquistava per 70 milioni Ibrahimovich e il Real spendeva 94 milioni per Ronaldo, 64 milioni per Kaka e 35 milioni per Benzema tutti in una volta.

In effetti, l’unica vera protagonista indiscussa del mercato è stato il Paris Saint Germain che dopo i 100 milioni delle scorso anno, ha pensato bene di investirne altri 140 solo considerando i cartellini dei giocatori. Si perché poi ci sono gli stipendi che incidono molto di più soprattutto in Francia.

Le inglesi che hanno speso più di tutti, non sembrano avvertire fino in fondo il mutamento dello scenario. Un po’ perché in Inghilterra gli sceicchi e i magnati russi spopolano, un po’ perché i club inglesi sono stati spinti a spendere anche in considerazione delle risorse aggiuntive (dai 30 a i 50 milioni per club) che pioveranno nelle loro casse a partire dalla prossima stagione, 2013-2014 grazie ad un miglior contratto relativo alla cessione dei diritti televisivi locali ed internazionali.

In Germania il saldo è peggiorato di 80 milioni di euro, metà dei quali dipendono dall’aumento dell’investimento effettuato dal Bayern, che però da 20 anni chiude il bilancio in utile, ha i ricavi commerciali più alti tra tutti i club del mondo, 177 milioni di euro e quindi può anche permetterselo.

Anche se i l 2013 è appena iniziato, è possibile provare a stimare quelli che potranno essere i risultati di bilancio di tutto l’esercizio. Ovviamente con un certo margine di errore determinato dal fatto che possiamo tenere conto soltanto dei fatti di cui siamo a conoscenza.

La struttura del conto economico dei club di calcio che è molto semplice ci avvantaggerà in questo lavoro. La voce costo degli stipendi rappresenta circa il 60 % dei costi e quella degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori sfiora il 20%. Insieme rappresentano quasi l’80% dei costi. Le variazioni di questi costi sono sostanzialmente determinate dalla campagna acquisti estiva. Quindi già all’inizio dell’esercizio, una volta chiuso il mercato estivo, è possibile fare una stima abbastanza puntuale di quelli che saranno i costi di tutto l’anno. Per i ricavi è un po’ più difficile in quanto dipendono anche dai risultati sportivi della stagione ed in particolare dal percorso fatto nelle competizioni europee.

Partiamo a parlare dei club che rispetteranno la break even rule.

Galliani ha affermato che il bilancio del Milan che si chiuderà al 31 dicembre 2012, evidenzierà nella peggiore delle ipotesi una perdita di massimo 5 milioni di euro. Un miglioramento di quasi 80 milioni se si considera la che la perdita prima delle tasse del 2011 era di 81 milioni di euro.
Nell’esercizio 2013 ai fini del FPF, si tratterebbe quindi soltanto di limitare la perdita di bilancio a 45 milioni.
Il bilancio del 2013 beneficerà dell’impatto positivo su tutti i 12 mesi relativo all’operazione Ibra e Thiago Silva e degli altri numerosi addii eccellenti. Già così sarebbe in utile. C’è spazio per investire nuovamente.

Nel 2012, il Barcellona, nonostante gli acquisti di Fabregas e Sanchez, ha fatto registrare un utile di 49 milioni di euro con un fatturato in crescita che ha sfiorato i 500 milioni (494 milioni). I costi sono stati ridotti del 6,6% e anche la posizione finanziaria netta è migliorata.
A giudicare dalla campagna acquisti che si è appena conclusa, che pur con un investimento di 33 milioni di euro tra Jordi alba (14) e Song (19) e nessuna cessione rilevante, è la più parsimoniosa degli ultimi anni, anche i bilancio 2013 evidenzierà una situazione economica positiva. L’esposizione verso le banche diminuirà ulteriormente. Ai fini del FPF, il bilancio del Barcellona è il migliore in assoluto in quanto togliendo le perdite che si riferiscono agli altri sport della polisportiva, (basket, pallamano,calcetto, hockey a rotelle, etc), che potrebbero valere tra i 40 e i 60 milioni di euro, il conto economico del solo calcio farebbe registrare nel 2011 un utile di 50 milioni di euro e nel 2012 di quasi 100 milioni di euro.

Real Madrid ha chiuso il bilancio 2011 con un utile netto pari a 32 milioni di euro. Bilancio 2012 con un fatturato record che ha sfondato la soglia dei 500 milioni ed un utile lordo di 32 milioni di euro, al netto di 24. Negli ultimi 3 anni ha fatto registrare un utile aggregato prima delle tasse di 110 milioni di euro.
Nel mercato 2013 ha effettuato l’acquisto di Modric per 30 milioni di euro più che compensato dalle cessioni di Sahin, Granero, Altintop, Canales e Gago.
Anche il 2013 finirà in utile e l’indebitamento verso le banche di cui tanto si parla si ridurrà ulteriormente.

Il Manchester United. ha chiuso il bilancio 2011 con un utile prima delle tasse pari a 29 milioni sterline nonostante la presenza nel conto economico di oltre 50 milioni di sterline di interessi passivi e oneri straordinari legati all’acquisto del club avvenuto attraverso un’operazione di Laverage Buy Out alcuni anni fa.
Il 2012 ha chiuso con una leggera perdita di 6 milioni di euro prima delle tasse, complice la precoce eliminazione in Champions.
In agosto, il MU si è quotato a Wall Street è questo ha permesso di ridurre il debito di oltre 100 milioni di euro con un impatto positivo di alcuni milioni alla voce interessi passivi. Nel mercato estivo, ha investito 60 milioni netti per gli acquisti di Van Persie (31) e Kagawa (16). Per mantenere il bilancio in pareggio sarà importante un buon percorso in Champions. In ogni caso non ci sono problemi con il FPF.

Il Bayern ha chiuso il bilancio 2012 con un utile di 11 milioni dopo le tasse. E stato il ventesimo anno consecutivo in cui il Bayern ha chiuso il bilancio in utile. Pagherà, cosa molto rara nel calcio, 5,5 milioni di euro di dividendi.
Nella campagna acquisti che si è appena conclusa ha investito molto con un saldo negativo di 70 milioni. Javi Martinez, è costato da solo 40 milioni. Mandzukic 13 e Shaqiri 11,8.
Ha già venduto tutti i biglietti delle partite casalinghe dell’intera stagione ed inoltre si gioverà del fatto che i proventi provenienti dai diritti TV della Bundesliga sono aumentati del 50%. Il risultato di bilancio dipenderà comunque come sempre dal percorso in Champions, ma in ogni caso, rispetterà ampiamente i parametri previsti dalla normativa.

Borussia Dortmund che pochi anni fa aveva rischiato di fallire, non solo ha vinto la Bundesliga per il secondo anno consecutivo, ma ha chiuso il bilancio 2012 con 37 milioni di euro di utile prima delle tasse.
Il 2013 ha fatto registrare un saldo di mercato a pareggio. Le plusvalenze di Kagawa e Barrios compenseranno ampiamente gli acquisti di Reus (17 milioni) e Schiebe. Il Borussia Dortmund chiuderà il bilancio in utile a prescindere da quanto lungo sarà il percorso in Champions anche perché con la sua media di 76.441 spettatori a partita si colloca al 1° posto in Germania anche davanti al Bayern Monaco (69.491 spettatori).

L’Arsenal ha chiuso il bilancio 2012 con un utile di 37 milioni prima delle tasse grazie soprattutto alla plusvalenza derivante dalla cessione di Fabregas.
Nel mercato estivo ha fatto registrare un saldo attivo ed un importante plusvalenza derivante dalla cessione di Van Persie. Il 2013 evidenzierà ancora una volta un utile di bilancio.
Negli ultimi 5 esercizi l’Arsenal ha fatto registrare un utile aggregato di 170 milioni di euro.

Il Napoli ha chiuso il bilancio 2011 in utile prima delle tasse per 9,7 milioni di euro. Nel 2012 il Napoli ha investito ancora per cercare di migliorare la rosa. Il costo degli stipendi sta inevitabilmente lievitando, ma l’incidenza sul fatturato dovrebbe rimanere al di sotto del 50%. Grazie ai significativi proventi della Champions League che potrebbero essere stati oltre i 30 milioni di euro compreso il botteghino, il fatturato dovrebbe aver superato la soglia dei 150 milioni di euro. Il 2012 chiuderà nuovamente in utile.
Nel 2013 il Napoli ha ceduto Lavezzi realizzando una plusvalenza di oltre 20 milioni, compensando così in buona parte i mancati introiti della Champions. Ok con il FPF.

Lazio ha chiuso il bilancio 2012 con una perdita di 3 milioni di euro prima delle tasse.
Il mercato 2013 è caratterizzato da pochissimi movimenti in entrata ed in uscita. Mancano quindi le consuete plusvalenze provenienti dal players trading. Stando così le cose, nel 2013 ci potrebbe essere una lieve perdita. Non ci sono comunque problemi per il Fair Play Finanziario

Juventus. Il Bilancio che si è chiuso al giugno 2012, caratterizzato dall’aumento dei ricavi da stadio, dal risparmio relativo ai costi straordinari presenti nel bilancio 2011, ma nache da un investimento di quasi 100 milioni di euro ( Elia 9, Lichtsteiner 10, Matri 15,5, Motta 3,75, Pepe 7,5, Quagliarella 10,5, Vidal 12,5 Vucinic 15, Giaccherini in comproprietà 3,) contro cessioni comprese le comproprietà per un importo pari a circa 20 milioni di euro (Sissoko 7 + 1 di bonus raggiunto, Giovinco 3, Immobile 4, Sorensen 2,5, Almiron 0,3) si è chiuso con una perdita di 48 milioni di euro.
Questo dato comprende anche il ripristino del valore della Library, per un importo di € 14,5 milioni.
che in quanto provento non monetario non verrà considerato nel calcolo del risultato di bilancio ai fini del FPF. Una volta dedotti i costi virtuosi, quelli relativi alle infrastrutture e stipendi del settore giovanile, la perdita reale potrebbe essere intorno ai 55 milioni di euro, per circa 2/3 annullata dalla clausola sugli stipendi.
Anche nel 2013, gli investimenti sono stati importanti. Asamoah, Isla, Leali, Gabbiadini, Caceres riscattato, Giovinco, Lucio, Bendtner hanno rappresentato una spesa di circa 50 milioni, con un impatto sul bilancio 2013 di circa 30 milioni tra ammortamento e stipendi, soltanto in parte compensati dalle cessioni di Elia, Krasic, Pazienza Ziegler, Pasquato Troisi ed il prestito di Melo, che valgono un risparmio di circa 20 milioni di euro.
Gli ottimi risultati della squadra potrebbero portare altri 10/15 milioni di euro di ricavi commerciali tra nuovi sponsor e merchandising in buona parte compensati però dalle minori plusvalenze rispetto al 2012.
L’obiettivo di non superare la perdita di 25/30 milioni di euro nel 2013 e quindi essere all’interno della massima soglia di 45 milioni di perdita nel biennio 2012-2013, dovrebbe essere centrato nel caso in cui la Juve raggiungesse almeno gli ottavi di finale di Champions così da ottenere oltre 30 milioni di euro di ricavi tra premi diritti e botteghino.

Finito di parlare dei club bravi, continuiamo con quelli che ancora non si sono allineati alla break even rule.

Tra le italiane, l’unica squadra che nonostante da anni stia lavorando per migliore ai propri conti, non è ancora allineata alla break even rule del primo periodo di monitoraggio è l’Inter. E’ partita da una perdita dopo le tasse di 216 milioni nel 2007 arrivando ad una netta di “soli” 77 milioni nel 2012. La stragrande maggioranza di questi 77 milioni saranno coperti dalla clausola che prevede che, solo per la stagione 2012, possano essere dedotti dal calcolo del risultato di bilancio, i costi relativi agli stipendi dei calciatori i cui contratti sono stati siglati prima del 1 giugno 2010. Nel caso di contratti rinegoziati dopo questa data, verrà dedotta soltanto la parte di stipendio concordata prima del 01 giugno 2010.
Se consideriamo i mancati introiti dalla Champions (25/30 milioni) e le minori plusvalenze rispetto al 2012 (20/30 milioni circa), partiamo da una perdita di circa 120/130 milioni.
Gli acquisti hanno comportato un investimento di quasi 50 milioni tra Guarin (11), Pereira (10), Cassano (5), Palacio (10,5), Silvestre, Handanovic, Gargano, Silvestre, Mudingayi con un impatto totale sul conto economico che potrebbe essere di circa 40 milioni.
Rescindendo con Forlan e Julio Cesar l’Inter potrebbe aver recuperato tra ammortamenti e stipendi, al netto delle minusvalenze circa 8/9 milioni. Lo stipendio di Lucio sono altri 8 milioni. Pandev rappresenta un impatto positivo di 8. La cessione di Maicon ha un impatto di 10 se si considera che il risparmio sullo stipendio è di 10 mesi su 12. Cordoba 6. Castaignos 5. Pazzini valutato 12,5 milioni, porta un beneficio di quasi 6 sul costo degli stipendi e altri 4 di ammortamento. Zarate 7 milioni e altri 4 milioni dal fine prestito di Poli e Palombo. Faraoni 3 circa tra plusvalenza e stipendio.
L’eventuale cessione di Snijdeer a gennaio anche con scambio di giocatori, porterebbe ad una riduzione del monte ingaggi ed una plusvalenza supponiamo per un totale di 10/15 milioni. La riduzione degli ingaggi di Milito e Cambiasso altri 4/5 nell’anno. Il risparmio sul costo degli allenatori (sono stati 3 l’anno scorso), altri 10 milioni considerando gli incentivi all’esodo pagati.
La perdita del 2013 in questo caso diventerebbe circa 65/70 milioni. Mancherebbero ancora 20/25 milioni per rientrare all’interno della massima deviazione consentita.
La vittoria In Europa League potrebbe colmare questo gap.
Più o meno analoga potrebbe essere la situazione della Roma che ha chiuso il bilancio 2012 con una perdita di 58 milioni di euro, che sarebbero però in buona parte coperti dalla clausola sugli stipendi.
A questi andrebbero poi aggiunte le perdite dell’esercizio 2013 che in base alla campagna acquisiti estiva potrebbero aggirarsi intorno ai 50/55 milioni di euro, evidenziando uno scostamento di 25/30 milioni rispetto alla massima deviazione consentita sul primo biennio.
Entrambe, considerando che altri club stanno molto peggio, in caso di qualificazione alle competizioni europee del 2014-2015 dovrebbero cavarsela con una sanzione moderata.
Tra i top club stranieri due sono quelli che evidenzieranno perdite ingenti.

Il Manchester City ha chiuso il bilancio 2011 con 215 milioni di perdita prima delle tasse.
Il mercato del 2012 ha fatto registrare un investimento netto di 65 milioni di euro con un presumibile impatto sul conto economico di circa 20 milioni tra ammortamenti e stipendi. I ricavi aggiuntivi sfiorano i 100 milioni se si considerano i premi e diritti della Champions (23,4 milioni di sterline), gli incassi delle 3 partire disputate nel girone, i 16 milioni di sterline relative ai nuovi contratti pubblicitari e i 40 milioni di euro a stagione in conseguenza del contratto decennale stipulato con la proprietà in riferimento allo sponsor della maglia e alla cessione dei diritti del nome dello stadio. Questi 40 milioni sono ancora allo studio della Uefa che dovrà decidere se l’importo del contratto stipulato con una cosiddetta “parte correlata” rispetti i requisiti del “fair value” o valore di mercato. Il fair value ha l’obiettivo di evitare che il mecenate copra parte dei costi in eccesso, attraverso sponsorizzazioni gonfiate. Il fair value tiene conto del valore globale in termini di sponsorizzazioni del marchio del club e verifica ogni singolo contratto di sponsorizzazione rispetto al mercato attuale.
La perdita del 2012 potrebbe essere quindi intorno ai 140 milioni di euro che al netto del costo degli stipendi e dei cosiddetti costi nobili, potrebbero diventare 65/70 milioni di euro. Il mercato che si è appena concluso ha evidenziato un investimento netto di milioni 40 milioni, niente rispetto ai 130 del 2009, i 116 del 2010 e i 140 milioni del 2011. Sono arrivati i vari Rodwel (15 milioni), Javi Garcia (20), Nastasic (15,2) Maicon (6). Per la prima volta negli ultimi anni c’è stato un mercato in uscita sostanzioso. Johnson (12,6), Adebayor (6,4) , De Jong (3,5). L’imaptto netto comprese le minusvalenze potrebbe essere di circa 20 milioni di euro che potrebbe essere in parte colmato da un ulteriore aumento dei ricavi commerciali per circa 10/15 milioni.

Se consideriamo la precoce eliminazione dalla Champions League, la perdita del 2013 potrebbe essere intorno ai 120/130 milioni di euro al netto dei costi virtuosi, che aggiunti ai 70 milioni del 2012 porterebbe la perdita aggregata considerata ai fini del FPF a quasi 200 milioni di euro, ben oltre la soglia dei 45 prevista dalla normativa.

Il Paris-Saint Germain ha chiuso il bilancio 2011 in pareggio, Ma da li in poi molte cose sono molto cambiate. Poco dopo infatti il club è stato acquistato dallo sceicco Al- Khelaifi.
Il bilancio del 2011 conteneva ricavi straordinari per 27,9 milioni. Partiamo quindi da una perdita di circa 28 milioni di euro.
L’impatto della campagna acquisti del 2012 che ha visto gli arrivi di Pastore 42 milioni, Thiago Motta 11,5, Gameiro 11, Menez 8, Mutuidi 8, Sissoko 7, Alex 5, Sirigu 3,9, Mxwell 3,9, Bisevac 3,2 , Lugano 3, dovrebbe significare un aumento degli ammortamenti per circa 30 milioni e degli stipendi per circa 70. Totale 100 milioni di euro di costi in più. Supponendo maggiori ricavi commerciali e da botteghino per 20/25 milioni, il bilancio 2012 potrebbe chiudere con una perdita di circa 90/100 milioni di euro che al netto degli stipendi, prima del giugno 2010, diventerebbe circa 70/80 milioni. L’ultima faraonica campagna acquisti, caratterizzata dagli arrivi di Ibrahimovic, Lavezzi, Thiago Silva, Lucas, con un investimento al netto delle cessioni pari a quasi 100 milioni, potrebbe comportare un impatto sul conto economico di circa almeno 60/70 milioni di euro.
La vittoria della Champions varrebbe fino a quasi 100 milioni di euro di fatturato aggiuntivo tra premi uefa, diritti tv, botteghino, bonus sponsor, merchandising e aumento de valore del marchio che si riflette un po’ su tutte le voci di fatturato. Riguardo il contratto di sponsorizzazione con una banca qatariota parte correlata della proprietà di cui tanto si parla, credo che dei 100 milioni a stagione potremmo al massimo considerare come relevant incombe per il calcolo del risultato di bilancio ai fini del FPF 30/40 milioni di euro a stagione
Con la vittoria della Champions, parte del contratto di sponsorizzazione ed ancora altri ricavi aggiuntivi provenienti dal botteghino, merchandising e sponsor, il risultato finale dell’esercizio 2013 sarebbe vicino al pareggio e quindi la perdita aggregata dei 2 esercizi oggetto del primo periodo di monitoraggio si limiterebbe ai 70/80 del 2012.

Rimane aperto il discorso relativo al costo degli stipendi che con la legge francese che prevede per i prossimi 2 anni un’aliquota del 75% di tassazione sugli stipendi oltre 1 milione di euro, visto che i calciatori concordano in genere il compenso netto, subirebbe un’impennata clamorosa. Possiamo provare a stimare nell’ordine di almeno ulteriori 70/80 milioni di euro di costo l’impatto sul conto economico del PSG. La perdita aggregata diventerebbe 140/150 milioni circa che con un’eliminazione agli ottavi o quarti di Champions si potrebbe avvicinare ai 190/200 milioni di euro. 150 milioni in più della massima deviazione dal pareggio di bilancio consentita.

Il Chelsea ha chiuso il bilancio 2012 oltre ogni più rosea previsione con un utile di 1milione di euro. E’la prima volta che accade sotto la gestione di Abramovich, sempre ammesso che questo dato sia in linea con i requisiti previsti dalla normativa del FPF. Questo non possiamo saperlo in quanto il bilancio non è ancora disponibile. La precoce eliminazione in Champions League, provocherà una riduzione dei ricavi pari a circa 50/60 milioni di euro che sommati all’impatto degli investimenti effettuati nel corso del mercato estivo, potrebbe portare la perdita di bilancio tra gli 80/90 milioni di euro e quindi ben oltre la massima soglia consentita.

Infine il Liverpool ha chiuso il bilancio 2011 con una perdita pari a 49 milioni di sterline (56 milioni di euro) prima delle tasse. Questo dato comprende costi straordinari per 59 milioni di sterline che si riferiscono alla gestione della precedente , ma anche 43,3 milioni di sterline di plusvalenze per lo più riferiti alle cessioni di Torres e Mascherano. Si parte quindi da una perdita al netto di costi straordinari e l’impatto del players trading di 40 milioni di euro circa. Ill mercato relativo alla stagione 2012 ha evidenziato un saldo netto negativo di olter 40 milioni di euro che oltre a non aver portato i risultati sportivi sperati in quanto il Liverpool non si è classificato per la Champions per il secondo anno consecutivo, potrebbe aver prodotto un impatto negativo sul conto economico pari a circa 20 milioni di euro.
Nel 2012 mancheranno anche i ricavi provenienti dalla Champions (21 milioni di sterline) completamente compensati però da un aumento di 7 milioni dei diritti TV della Premier e dalla revisione di alcuni contratti di sponsorizzazione con un impatto di ulteriori 15 milioni di sterline. La perdita del 2012 potrebbe essere intorno ai 60 milioni di sterline dalla quale andrebbero dedotti i costi cosiddetti nobili, quelli per infrastrutture e stipendi under 18.
Applicando la clausola degli stipendi prima del primo giugno 2010, la perdita dovrebbe praticamente annullarsi.
Ai fini del fair play si tratterebbe quindi di limitare la perdita del 2013 a 45 milioni di euro circa.
Nel 2013 il Liverpool ha di nuovo un saldo di mercato negativo per oltre 30 milioni di euro per via degli acquisti di Allen (19), Sahin (5) e Borini (13,3),. Lo strapagato Carrol è stato dato in prestito per poco più di 1 milione di euro al West Ham. Pessima la gestione dell’area sportiva.
Il 2013 potrebbe chiudere con una perdita superiore intorno ai 60 milioni di euro. Così facendo il Liverpool non rispetterebbe la massima soglia consentita di 45. Per tentare di rientrare all’interno dei parametri del FPF, dovrà fare molto bene in Europa League.

*Paolo Ciabattini -  Ricopre il ruolo di Finance, Human Resources & Operations Director in Pioneer Italia. Autore del libro "Vincere con il Fair Play Finanziario"

Nessun commento