I campioni di domani: focus sulla gestione dei settori giovanili in Italia

La Serie A negli ultimi anni è entrata in una sorta di crisi profonda, una crisi che si rispecchia nel valore tecnico e strutturale delle nostre Società rispetto a quelle dei campionati esteri.

Uno studio, del CIES Football Observatory, ci mostra lo stato del calcio italiano rispetto alle altre Leghe Europee. Dal luglio 2012 ad oggi, la classifica dei Club che hanno incassato di più vendendo giocatori provenienti dal proprio settore giovanile, vede al primo posto il Southampton con 90 milioni incassati, seguito da Lille e Real Sociedad.

Scendendo più giù, tra i primi 10, troviamo anche Real Madrid e Barcellona rispettivamente con 43 e 38 milioni. Per arrivare ad un Club italiano bisogna scendere al 15° posto dove troviamo il Genoa con 24 milioni e subito dopo, al 17° posto, l'Atalanta con 23 milioni.

Queste le due squadre che tengono alto il nome della Serie A, grazie a cinque giocatori per squadra usciti dai propri settori giovanili: parliamo di Boakye, Cofie, El Shaarawy, Lazarevic e Sturaro per i rossoblù; Bonaventura, Colombi, Consigli, Gabbiadini e Olausson per i neroazzurri.




Questa classifica riflette in pieno lo stato attuale dei settori giovanili della Serie A.
Bisognerebbe capire i motivi che hanno portato a questi risultati. Motivi che andrebbero ricercati, spesso, non nella qualità dei nostri giovani ma nelle modalità di sviluppo delle loro capacità, della loro crescita e della visibilità di cui godono all'interno delle società per cui sono tesserati.

Eppure ultimamente qualche piccolo segno di cambiamento c'è stato, basti pensare ad alcuni giovani cresciuti nei vivai del proprio Club, che hanno poi debuttato nella squadra maggiore.

Daniele Rugani, classe 1994, cresciuto nel vivaio dell'Empoli. Ha esordito con la prima squadra a 19 anni in Serie B diventando uno dei pilastri della difesa della squadra toscana, attirando osservatori da tutta Europa e firmando un contratto con la Juventus che lo legherà al club fino al 2019.
Ha fatto parte di quasi tutte le nazionali giovanili e a soli 20 anni, aspettando la nazionale maggiore, rappresenta il futuro del calcio italiano.

Domenico Berardi, classe 1994, cresciuto nelle giovanili del Sassuolo, fa il suo esordio nel 2012 con la maglia della prima squadra in Serie B. Nel 2013 viene acquistato dalla Juventus e girato in prestito al Sassuolo che ottiene un accordo di partecipazione. A soli 20 anni punto chiave della società emiliana e della Nazionale italiana Under 21.

Federico Bernardeschi, classe 1994, ha percorso dai pulcini in poi tutte le squadre giovanili della Fiorentina, fino alla piena maturazione con il prestito nel 2013 al Crotone. Per Bernardeschi 39 presenze e 12 goal segnano l'anno della consacrazione per il giovane attaccante che, nel 2014 a soli 20 anni, fa il suo esordio in prima squadra con la maglia viola e si conquista un posto in nazionale maggiore, in uno degli stage organizzati prima del Mondiale 2014 da Cesare Prandelli.

Federico Bonazzoli, classe 1997, cresciuto nel settore giovanile dell'Inter, nel 2013 all'età di 16 anni e mezzo fa il suo debutto con la maglia nerazzurra in Serie A. Nel 2015 viene ceduto in prestito alla Sampdoria con un contro-riscatto fino al 2018. In maglia azzurra percorre quasi tutte le nazionali giovanili dall'under 15 all'under 21.

Simone Scuffet, classe 1996, cresciuto nel settore giovanile del Donatello Calcio, squadra con la quale vince anche lo scudetto Giovanissimi 2010, passa all'Udinese primavera nel 2012 e viene poi aggregato alla prima squadra nella stagione 2013-2014. Considerato uno dei portieri più promettenti della sua generazione, ha partecipato al mondiale Under 17 con la nazionale distinguendosi in maniera evidente, prestazioni premiate nel 2014 dal Ct Prandelli che lo convoca nella nazionale maggiore.

Danilo Cataldi, classe 1994, cresciuto nell'Ottavia, viene acquistato dalla Lazio nel 2006 e da lì fa tutta la trafila nelle giovanili biancocelesti diventando nel 2013 capitano della Primavera guidata da Alberto Bollini che conquista il titolo di categoria. Nel 2013 viene girato in prestito al Crotone, collezionando 35 presenze e 4 goal che portano il giovane aquilotto ad una piena maturazione, premiata poi con il ritorno alla Lazio e la convocazione in prima squadra. Nel 2015 a soli 20 anni fa il suo esordio in Coppa Italia con la maglia biancoceleste, e qualche giorno dopo anche il suo esordio in Serie A. Da quel giorno è entrato di diritto tra i titolari della squadra capitolina, conquistandosi anche per pochi minuti la fascia da Capitano, divenendo così il più giovane calciatore ad aver indossato la fascia di capitano nella Lazio.

Bryan Cristante, classe 1995, cresciuto nelle giovanili del Milan, esordisce in prima squadra in Champions League nel 2011. Dopo alcune prestazioni di livello, si trasferisce a titolo definitivo al Benfica nel 2014, collezionando fino ad ora 5 presenze nel campionato portoghese. Dal 2010 ad oggi ha percorso quasi tutte le nazionali giovanili, partendo dall'Under 16 fino ad arrivare all'Under 20.

In Italia solo il 9,7% dei giocatori ha fatto le giovanili nel club d'appartenenza, ultimamente ci sono stati segni di rinascita ma il dato è veramente bassissimo se pensiamo agli altri campionati europei.

I club di Serie A non credono più nei giovani italiani, i settori giovanili non sono all'altezza delle altre realtà estere e comprare fuori dai confini nazionali è diventato molto più facile e conveniente, basti pensare ai costi dei giovani calciatori in campionati come Argentina e Brasile, di gran lunga minori rispetto a quelli italiani.

Camilla Carignani

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