La legislazione sulle scommesse sportive in Italia al 2022



Da quando in Italia fu introdotto il Totocalcio sono trascorsi ben 76 anni. In questi quasi otto decenni è cambiato di tutto, ma non la passione sfrenata degli italiani per il calcio e le scommesse sportive, che è anzi aumentata. Sono cambiate anche le modalità: molto meno sono le schedine cartacee e notevolmente maggiori sono le giocate digitali tramite applicazioni e dispositivi. Un comparto che si è sempre mosso in maniera pro attiva, e che con la digitalizzazione dei servizi ha definitivamente esploso tutto il proprio potenziale. Se questo settore si è mosso e si continua a muovere velocemente, non si può dire lo stesso della legislazione relativa, che ha invece avuto grosse lacune fino al 2000. 

Attualmente ciò che maggiormente incide sul settore delle scommesse è l’impossibilità di fare pubblicità imposta dal Decreto Dignità. In particolare tale decreto-legge del 2018 e diventato legge 96 lo stesso anno, dice che la presenza della pubblicità per gli operatori di scommesse sportive e gioco d’azzardo è esclusa anche dalle manifestazioni sportive, culturali e artistiche, le trasmissioni televisive e radiofoniche, e dai social media. 

Ciò è avvenuto dopo che erano aumentate anche le cosiddette “tasse sulla fortuna” nel 2017, ma molto, forse troppo tempo dopo ciò che era avvenuto nel Regno Unito, o a Malta. In particolare sull’isola maltese dal 2004, il governo di Gonzi aveva modificato notevolmente la legislazione in materia di gioco d’azzardo oltre a iniziative finalizzate a invitare investitori esteri attivi in questo settore. Quello delle scommesse sportive in Italia, che vedono il calcio come protagonista, ma anche basket, F1 e volley sono sport molto seguiti e su cui si punta molto, è un mercato che cresce ininterrottamente del 10% ogni anno dal 2017, ed era auspicabile che il governo italiano riponesse la giusta attenzione su questo business.  

Dunque il Decreto Dignità in Italia arriva ben 14 anni dopo la decisione maltese, e sette anni dopo i primi decreti. Una strada iniziata seriamente nel 2012. Strano, quasi paradossale, considerando che è stato in Italia che è nata la prima legge sul gioco d’azzardo dell’umanità: la lex tabularia nell’antica Roma, e che sia sempre in Italia che sia stata fondata la prima casa da gioco lontana parente degli attuali casinò. 

Attualmente l’organo preposto per regolarizzare il gioco d’azzardo in Italia, e dunque anche le scommesse, è l’Agenzia Dogane e Monopoli di Stato, abbreviata in ADM. Precedentemente questo era l’AAMS, ma in seguito alla legge Balduzzi l’AAMS è stato praticamente accorpato all’ADM, che fra le altre cose gestisce anche la commercializzazione e distribuzione dei tabacchi lavorati. Ed è comunque sempre merito della legge Balduzzi che si iniziò a parlare della relazione fra pubblicità e gioco d’azzardo, che è stata poi ampiamente regolarizzata all’interno del Decreto Dignità del 2018. Se dovessimo quindi riassumere tre tappe importanti della storia della legislazione italiana in materia di gioco d’azzardo, potremmo scandire i seguenti punti: 

- 2009: obbligo per i siti e gli operatori di pubblicare il divieto per i minori;

- 2012 legge Balduzzi;

- 2018 Decreto Dignità.


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