Azienda calcio serie A: “bilanci in rosso”


di Antonio Sanges - Commercialisti Azienda Sport

Alla data del 30 giugno 2022 (stagione sportiva 2021/22), solo due società di massima serie hanno chiuso i propri bilanci in utile Atalanta (+35,1 mln euro) e Fiorentina (+46,8), mentre i restanti 18 club hanno rilevato “bilanci con segno negativo”: Bologna (- 46,7Mln), Cagliari (-16,2), Empoli (3,5), Genoa ( -42,3), Inter (-140,1), Juventus (-239,3), Lazio (-17,4), Milan (-66,5), Napoli ( -52), Roma (-219,3), Salernitana (-16,8), Sampdoria (-24,4), Sassuolo (-13,9), Spezia (-17,7), Torino (-37,8), Udinese (-69,1),Venezia (-23,8), Verona (-5,1). (Fonte Gazzetta dello Sport).

Sempre a tale data,  l’azienda calcio di Serie A ha determinato i seguenti valori di bilancio: perdite aggregate (1.051 mld euro), ricavi al netto delle plusvalenze (2,5 mld), costi di gestione (3,9 mld), debiti (3,3 mld), debiti vs banche (1,5 mld ), debiti vs erario (739 mln euro).

Alle società di serie A, l’emergenza Covid19, ha quantificato “minori ricavi per un valore di 2,8 mld di euro”.

In relazione ai dati di cui sopra, la 12^ edizione di Report Calcio 2022, conferma che l’azienda calcio italiana, rileva evidenti criticità riguardo la “sostenibilità economico-finanziaria”, con relativo “squilibrio strutturale”,  che già prima della pandemia risultava particolarmente evidenziato.

Dal documento sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia (PricewaterhouseCoopers), si evince che nei 12 anni analizzati prima dell’impatto del Covid-19 (dal 07-08 al 18-19), il calcio professionistico italiano ha prodotto un ‘rosso’ aggregato pari a circa 4,1 miliardi di euro (quasi € 1m al giorno). (Fonte Calcio&Finanza)

Tale dato evidenzia che il 79% dei bilanci dei club di calcio , al termine della propria stagione calcistica ha chiuso con un valore di “perdita d’esercizio”.

La pandemia Covid19, ha confermato una crisi ‘strutturale’ del sistema calcio italiano, con determinazione del “valore della  perdita complessiva” aumentata dai 412 milioni del 2018-2019 agli 878 del 2019-2020, fino agli oltre 1,3 miliardi del 2020-2021.

I “due campionati giocati  con impatto Covid-19” (19-20 e 20-21) hanno  determinano per l’azienda calcio italiana , un valore negativo di  “perdite d’esercizio aggregate”,  pari ad oltre 2,2 miliardi di euro, con relativo “indebitamento finanziario” incrementato  dai 4,8 miliardi di euro del 2018-2019 ai quasi 5,4 del 2020-2021.

Anche il sondaggio attivato da SWG , rileva che il “sistema calcio italiano”, è in grave crisi, e lo stesso avrebbe bisogno di un profondo rinnovamento. (Fonte Gazzetta dello Sport)

I tifosi ed appassionati, intervistati da SWG hanno evidenziato “criticità dell’azienda calcio italiana”, proponendo i seguenti correttivi: 1) aumento degli investimenti sui giovani calciatori (91% degli intervistati), 2) limite agli stipendi con attivazione del salary cup (90%), 3) riduzioni dei costi fissi di gestione invece che un aumento dei ricavi (78%), 4) bilancio societario sostenibile quale elemento migliorativo , rispetto ad un successo sportivo determinato  con spese faraoniche (76%).

Intanto lo scorso 15 luglio sono entrate in vigore le nuove regole sulla “crisi d’impresa” (D.Legsl 14/19) modificate per recepire la “direttiva insolvency” (n.2019/1023).

L’art. 2 della normativa de quo, definisce il concetto di “crisi” secondo il quale, lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza, si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.

In base a tale normativa, quale sarà l’impatto della “legge sulla crisi d’impresa” sulle strategie aziendali dei club di calcio italiani?

Azienda calcio “partecipata con i tifosi”, per vince la sfida del “calcio austerity”!


 

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