Ricerca "Serie Social '24": chi vince su Instagram?



L’agenzia di sport management EIS e la piattaforma di digital intelligence Virality hanno condotto una ricerca patrocinata da MSA sui profili Instagram di calciatori, pallavolisti, cestisti e relative squadre che militano nei nostri principali Campionati, per scoprire cosa si cela dietro le loro fan-base digitali.

Sono emersi diversi trend sistemici, che si ripetono in tutte e tre le community. 

I profili maschili sono più seguiti di quelli femminili. Nel calcio la differenza delle fan-base è di 40:1, mentre nel volley e nel basket si scende, rispettivamente, a 4:1 e 3:1. Riguardo il basket, c’è da aggiungere che due terzi delle giocatrici monitorate ha una fanbase inferiore ai 5.000 follower.

Gli atleti di tutti gli sport sono tendenzialmente più seguiti dei Club.

Riguardo la Serie A di calcio, in 17 Club su 25 c’è almeno un giocatore o giocatrice con più follower rispetto al Club di appartenenza, nel basket sono 21 su 30 e nel volley addirittura 24 su 26. Emblematico il caso dell’AC Monza che han 4 giocatori più seguiti rispetto al proprio profilo ufficiale.

Si assiste ad una comune distribuzione generazionale dei follower. 

Il target principale di oltre la tre quarti dei giocatori è la Generazione Z (18 - 24 anni), mentre quello di tutti i Club, nessuno escluso, sono i Millennials (25 - 34 anni).



I follower sono per lo più uomini.

La stragrande maggioranza degli atleti e dei Club sono seguiti soprattutto da uomini, compresi gli account delle giocatrici e dei Club dei Campionati femminili.

Sono in pochi a fare eccezione, come, nel calcio, il capitano del Monza Matteo Pessina (53% di fanbase femminile) e, nel volley, il centrale del Cisterna Volley Daniele Mazzone (68%).

Gli sportivi hanno un Engagement Rate nettamente superiore a quello dei Club.

Nel calcio abbiamo una media del 8,84% per gli uomini e 7,43%, per le donne, contro quella dei Club, che si ferma all’1,41% per gli uomini e 1,66% per le donne. Caso limite: la Juventus, prima per numero di follower tra le società italiane (oltre 60 milioni), ma ultima per capacità di ingaggio (0,18%).

In assoluto, l’Engagement Rate più alto lo si riscontra tra le cestiste, capaci di coinvolgere mediamente oltre il 12% dei propri seguaci, con Ilaria Panzera dell’Allianz Geas Sesto S.

Giovanni a guardare tutti dall’alto (23,42%). In questo caso, il numero di follower mediamente più basso gioca a vantaggio di questo cluster.

I Club vantano una maggiore frequenza di pubblicazione. 

Tutti gli atleti si dimostrano abbastanza pigri, con un numero medio di contenuti che va da 1 a 6 ogni 15 giorni. Al contrario, su questo fronte le squadre sono molto più impegnate, animate da una maggiore urgenza comunicativa. La loro media va da 30 a oltre 100 contenuti ogni 15 giorni.

I calciatori sono al top per Virality Score.

Grazie a Virality possiamo analizzare un ulteriore valore, costruito sull’incrocio ponderato dei dati stessi. È il cosiddetto “Virality Score”, che ci permette di stilare la classifica definitiva. In questo modo scopriamo che i giocatori di Serie A, con 61,93 punti di media, rappresentano la categoria più efficace. La palma di migliore se la aggiudica Dusan Vlahovic con 83 punti, ma il distacco con il secondo, Nicolò Barella, è solo di 1 punto. Il migliore tra i pallavolisti è il giapponese Ran Takahashi del Vero Volley Monza (76 punti) e tra i cestisti è il virtussino Achille Polonara (68 punti).

“Fatta eccezione per la quantità di contenuti postati, la ricerca dimostra chiaramente che i giocatori su Instagram hanno più valore rispetto alle squadre per cui giocano – commenta Enrico Gelfi, founder di EIS – È il segno del tempo in cui viviamo e in cui i tifosi si identificano di più con i singoli, che continuano a seguire anche in caso di cambio di casacca. Sono i campioni a suscitare le maggiori emozioni e a generare più curiosità. 

Consapevole di questo, credo che lo sport system debba far emergere sempre più personaggi, capaci di trainare i diversi movimenti. “L’effetto Sinner” è qui a ricordarcelo”.

Credo fortemente nella necessità da parte di noi dirigenti sportivi di studiare e analizzare i dati – conclude Fabio Pagliara, presidente di MSA, l’associazione che riunisce i manager sportivi italiani – Siamo e saremo sempre disponibili a queste importanti iniziative. Devono essere strumenti di analisi, di riflessione utili a chi fa il nostro lavoro per crescere e specialmente per far crescere le realtà per cui operiamo. Il manager sportivo deve essere sempre più competente e noi ci impegniamo molto su questo tema, è una nostra missione.



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