L'insuccesso dello Stadio Giglio: primo impianto di proprietà in Italia

Negli ultimi tre anni lo Juventus Stadium è stato considerato erroneamente il primo stadio di proprietà in Italia. In realtà il primo stadio privato fu costruito a Reggio Emilia tra il 1994 e il 1995. L’impianto prese la denominazione di stadio Giglio, grazie all’accordo di sponsorizzazione con l’azienda alimentare che ne acquisì i diritti per la titolazione.

La necessità di realizzare un nuovo impianto a Reggio Emilia nacque dall’inadeguatezza del precedente stadio, il comunale Mirabello; il quale oltre ad avere problemi di struttura, era situato nel centro della città, causando problemi di viabilità non indifferenti.
In quegli anni la Reggiana era una società molto ambiziosa, tanto da realizzare il progetto e la costruzione dello stadio.

Lo stadio fu costruito in pochi anni e il progetto prevedeva, oltre alla struttura sportiva, anche un centro commerciale che avrebbe permesso alla società di rientrare dall’investimento effettuato e generare ulteriori ricavi.
Lo stadio fu finanziato interamente con capitale privato, attraverso apporti di sponsor, banche, club e soprattutto attraverso i tifosi che acquistarono abbonamenti per un periodo di 10 stagioni sportive, indipendentemente dalla categoria in cui la Reggiana si trovasse a giocare.

Lo stadio Giglio fu inaugurato nell’Aprile del 1995, ospitando la partita Reggiana – Juventus.
L’aspetto fondamentale di tale progetto fu che il centro commerciale venne ultimato diversi anni dopo, non garantendo quindi alla società le entrate commerciali che le avrebbero permesso una stabilità economica.
Nella stagione di Serie A 1996-1997 la Reggiana disputa una stagione pessima dal punto di vista sportivo, conquistando solamente 19 punti e terminando all’ultimo posto.

Le stagioni successive furono un’agonia continua, e le cause furono indubbiamente legate all’investimento fatto per lo stadio. L'Investimento fu corretto, in quanto la società fu la prima in Italia a capire l’importanza di avere uno stadio di proprietà, ma senza il sostegno di attività commerciali che permettono di diversificare i ricavi, il progetto non aveva possibilità di funzionare. In questo caso, infatti le uniche entrate che lo stadio generava derivavano dalla vendita dei biglietti, per chi non aveva acquistato l’abbonamento decennale. Troppo poco se si considera che le gare in casa vengono disputate ogni 15 giorni. Poi se il risultato sportivo viene a mancare tali entrate diminuiscono ulteriormente.
L’agonia finì con il fallimento della società nel luglio 2005 a causa di un debito di 700.000 euro verso il comune. Successivamente la struttura venne pignorata e messo all’asta nel 2010, partendo da una base d’asta di 6 milioni di euro, ma nessuno si presentò.

Durante l’estate 2013 lo stadio ha assunto la denominazione Mapei Stadium, dal nome dell’azienda proprietaria del Sassuolo, squadra neopromossa in Serie A. Dall’inizio di questa stagione il Sassuolo ha abbandonato lo stadio Braglia, per giocare le partite casalinghe a Reggio Emilia. Il 5 dicembre scorso c’è stata un’altra asta e il Presidente del Sassuolo e di Confindustria Squinzi si è aggiudicato provvisoriamente l’impianto per 3,75 milioni di euro. Centomila euro in più dell’altra offerta presentata dalla Football Properties srl, la società costruita ad hoc dal presidente della Reggiana Alessandro Barilli.

Tutto ciò ha causato svariate polemiche sia da parte dei tifosi della Reggiana, che si son visti soffiare lo stadio da una società che non appartiene neanche alla provincia di Reggio Emilia (Sassuolo è in provincia di Modena e dista a circa 20 km da Reggio Emilia), che da parte dei tifosi del Sassuolo che non considerano il Mapei Stadium la loro “casa” per il medesimo motivo.

Fabrizio Tarzia
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2 commenti

Anonimo ha detto...

Dispiace per la Reggiana e i suoi tifosi. Il primo stadio di proprietà italiano è il Campo Torino, meglio conosciuto come Stadio Filadelfia.

Anonimo ha detto...

Bel articolo su uno stadio che resta innovativo nonostante siano passati 20 anni dalla sua realizzazione.
Peccato che non si sia parlato del sistema per l'arrivo dei tifosi ospiti attraverso una ferrovia collegata alla stazione di Reggio e che ferma sotto la curva ospite.

Perchè si parla di acquisto provvisorio? credo che sia stato ultimato da un mese circa.
Grazie dell'articolo
Filippo Bartoli