Moratti: “Il calcio non è un’azienda”. Ma la Serie A è in ritardo per colpa del mecenatismo.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera (Corriere.it) l’ex Patron dell’Inter, Massimo Moratti, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Il calcio non è un’azienda. Non lo è in assoluto e non lo è a maggior ragione nel caso dell’Inter. È giusto rispettare perimetri e parametri, ma l’azienda non c’entra niente, perché non c’è tempo per i bilanci". 
Una dichiarazione che può essere considerata come l’emblema del calcio italiano. Ossia un sistema che non riesce o non vuole voltare pagina. Un settore che vede i club degli altri paesi europei ottenere trionfi sportivi importanti, soprattutto grazie ai risultati extra-campo. Ovvero attraverso una gestione oculata, attraverso l’esportazione del proprio brand, attraverso l’investimento in infrastrutture che rappresentano l’asset principale di un club di calcio, attraverso attività di marketing che permettono di ottenere importanti accordi commerciali. 
La Juventus, attualmente, è l’unica squadra che sta svolgendo e che ha svolto tali iniziative negli ultimi anni, e casualmente continua a vincere e ad ottenere risultati positivi anche dal punto di vista economico. 

L’affermazione di Moratti “non c’è tempo per i bilanci” fa capire che in Italia i risultati sportivi hanno priorità rispetto alla stabilità economica-finanziaria. Una cultura sicuramente sbagliata considerando che gli stessi tifosi preferiscono poter avere una squadra sempre competitiva, e tale obiettivo è sostenibile solamente grazie ad una struttura solida dal punto di vista economico. Una cultura che è ora di cambiare il prima possibile.

Fabrizio Tarzia

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