Intervista a Davide Errani, manager di Sara Errani e Roberta Vinci

Da pochi giorni è iniziata la nuova stagione del tennis con i primi tornei che si sono disputati a Brisbane, Chennai, Doha, Auckland e Shenzen, in attesa degli Australian Open primo torneo del Grande Slam. 
Negli ultimi anni il business che ruota intorno al tennis è aumentato considerevolmente, sempre più investitori e sponsor mostrano interesse verso questo sport. Recentemente la WTA l'associazione che gestisce il circuito dei tornei femminili ha firmato un contratto di 10 anni per 525 milioni di dollari per la cessione dei diritti tv dei suoi circa 2000 match di singolare stagionali alla compagnia Perform, leader nella produzione e commercializzazione di contenuti sportivi digitali.

Sport Business Management ha intervistato Davide Errani manager e fratello di Sara Errani ma che cura gli interessi anche di Roberta Vinci e Karin Knapp.
  

La nuova stagione è cominciata nel migliore dei modi per le Cichis, con il trionfo nel doppio al torneo di Auckland. Quali sono gli obiettivi per questo 2015, sia in singolare che in doppio, per Sara Errani e Roberta Vinci?

Gli obiettivi sono dare il massimo e divertirsi come sempre. Sara ha avuto due mesi molto difficili, non ha praticamente svolto la preparazione causa pertosse e due microfratture alle costole, quindi ci vorrà un po' di pazienza prima che sia al 100%, ma l’importante è che sia guarita. Robi sta bene, vediamo cosa succederà agli Australian Open, poi ci sarà la Fed Cup e i tornei sudamericani.

Quanto ha inciso nella carriera di Sara aver lasciato l’Italia giovanissima ed essere andata in Spagna?

Sicuramente sia l’esperienza in Spagna che quella fatta a 12 anni da Bollettieri in Florida le sono servite molto per formarla come carattere e personalità. In Spagna quello che ha inciso di piu è stato il fatto di aver trovato una persona come Pablo Lozano conm cui Sara si trova in totale sintonia su tutto. Dopo due allenamenti aveva già deciso che Pablo sarebbe stata la persona giusta. Il fatto che stiano ancora insieme dopo cosi’ tanto tempo ne è la prova. Non è una cosa scontata, ci sono tantissime giocatrici che cambiano tantissimi allenatori anche durante la stessa stagione.

Quali sono le difficoltà che si presentano nello svolgere il doppio ruolo di manager e fratello, e quali sono invece i vantaggi?

Devo dire che mi ritengo una persona super fortunata, faccio un lavoro che amo e ho la fortuna di lavorare per tenniste fantastiche, oltre a Sara e Robi seguo anche Karin Knapp e sto dando una mano anche ad Andrea Arnaboldi. Sono persone fantastiche e credo sia fondamentale al giorno d’oggi avere qualcuno di cui fidarsi disponibile 24 ore su 24 per qualsiasi evenienza, dalla più banale alla più importante.

Anni fa Sara decise di cambiare fornitore di racchette, passando da Wilson a Babolat, e pagando anche una cospicua penale. Del passaggio al nuovo attrezzo se ne è occupato lei personalmente, ci racconta come è andata?

Durante la preparazione invernale del 2011, Sara provò per caso la Babolat che stava usando la ragazza che si allenava con lei, fu un colpo di fulmine, amore a prima vista. Essendo Sara non tanto alta questa racchetta le permette di tirare piu forte senza però perdere in sensibilità. Nonostante fosse ancora sotto contratto con Wilson decise immediatamente di pagare per uscire dal contratto. Fu una scelta molto coraggiosa ma vincente.

Spesso si pensa che i tennisti guadagnino tanti soldi, ma in realtà, se non si è stabili nelle primi posizioni del ranking, si rischia anche di rimetterci. Mediamente in che posizione della classifica deve stazionare un tennista per affrontare in maniera tranquilla un’intera stagione di tornei in giro per il mondo?

Direi che stare nei primi 80-100 permette di affrontare la stagione in maniera abbastanza tranquilla. Nei prossimi anni però aumenteranno i montepremi anche nei tornei minori, e in alcuni l’hospitality sarà obbligatoria, proprio per dare la possibilità anche a giocatori con ranking piu bassi di guadagnare un po di più.

In percentuale quanto incidono i contratti con gli sponsor sui compensi annui di una tennista della Top Ten?

Non voglio e non posso entrare nei particolari dei contratti ovviamente, posso solo dire che è una discreta percentuale. Il tennis ha il grande vantaggio di essere uno sport mondiale, in cui giri tutto il mondo per cui è chiaro che le aziende che vogliono farsi conoscere anche all’estero possano spesso scegliere persone che vivono il mondo a 360 gradi.

Vengono effettuate delle analisi per valutare il potenziale di un’atleta in termini di immagine?

Personalmente cerco di documentarmi molto, cercando di prendere spunto anche da altri sportivi non per forza tennisti, essendo un grande appassionato di sport americani, NBA e NFL in particolare, cerco di studiare ed approfondire anche questi aspetti. Grazie a internet poi se uno sa dove cercare ci sono una marea di informazioni utili, non si finisce mai di imparare.
La cosa fondamentale credo sia costruire un’immagine dell’atleta in linea col suo carattere, con la sua personalità e coi suoi gusti. Snaturare non credo possa essere una cosa positiva.

A differenza di altri sport il tennis italiano, in particolare a livello maschile, stenta a sfornare campioni. Quali possono essere le difficoltà che si riscontrano in Italia?

Non credo sia un problema di Italia e di strutture, anzi la federazione sta facendo un gran bel lavoro, basta vedere il pubblico in aumento tutti gli anni a Roma o i centri estivi sempre costantemente esauriti. Credo sia semplicemente un periodo storico in cui ci sono piu femmine che maschi, in passato magari è stato il contrario e comunque c'è Fabio Fognini che è stabilmente tra i primi 20, Seppi è stato anche lui a lungo nei top, con la semifinale raggiunta di Coppa Davis. Anche i maschi tengono alto il tricolore.

Come valuta la copertura che i media italiani dedicano al tennis?

Direi buona, praticamente tutti i tornei sono visibili in tv, soprattutto Supertennis negli ultimi anni si è accaparrata un sacco di diritti. Ci sono tantissimi siti e blog specializzati oltre allo spazio sui quotidiani. E' chiaro che il calcio continua a farla da padrone, ma negli ultimi anni devo dire che lo spazio dedicato al tennis è aumentato in maniera notevole, anche con splendide prime pagine.

“Lotta e divertimento allo stato puro”, è la frase di lancio che Sara ha scelto per il suo libro “Excalibur”. Cosa rappresentano queste parole per lei?

Credo sia l’essenza di quello che lei pensa sul tennis. Una piccola frase semplice ma che spiega benissimo quello che lei prova quando scende in campo e quando si allena. Lottare, combattere, dare il massimo ma sempre divertendosi.


Intervista di Giuseppe Berardi

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