Sport e Social Responsability: l'eredità di Johan Cruyff

Nel mese degli Europei in Francia abbiamo deciso di analizzare, raccontare ed approfondire il profilo socialmente responsabile di uno dei talenti più puri del calcio mondiale: Johan Cruijff. Appena scomparso nel Marzo di quest’anno, Cruijff ha lasciato un segno ma soprattutto una eredità che si espande in un senso di responsabilità, solidarietà, beneficenza, altruismo.

Il giocatore, l’atleta, il calciatore non si può discutere. Fu l’interprete assoluto, il simbolo del cosiddetto “Calcio Totale” che rivoluzionò ed incantò l’Europa e il Mondo sportivo tra gli anni Sessanta e Settanta. Tanti trofei in bacheca, 3 Palloni d’oro nel 1971, 1973 e 1974. 716 partite ufficiali disputate e 402 gol. Da tanti soprannominato il Profeta del Gol, dal nostro Gianni Brera ribattezzato il Pelè Bianco. Proprio dietro Pelè si classificò nella graduatoria del miglior calciatore del XX Secolo, insomma una carriera di altissimo livello così come altissimo era il suo grado di talento.
Ciò che però vogliamo analizzare noi è il dopo carriera, ciò che ha lasciato in eredità ai suoi tifosi, alla sua Olanda, ora che non c’è più. Qual è la sua eredità morale? Quale può essere il suo impatto sull’ambiente, sui bambini, nel settore calcistico? Quali i valori diffusi? Qual è il peso di un personaggio sportivo mondiale?

Johan Cruijff significa attenzione verso gli altri, rispetto per i diritti dei bambini, salute, prevenzione e sport come strumento di crescita. Oggi la sua Fondazione benefica ha aperto oltre 200 campi in tutta Europa, i Cruijff Court. Lì dove l’urbanizzazione e la costruzione edilizia frenetica dei nostri tempi ha eliminato diversi luoghi e campi di gioco, la Fondazione Johan Cruijff interviene, sostenuta da donazioni provenienti da tutto il mondo, per costruire uno spazio pubblico, aperto e accessibile a tutti, in particolare per i bambini del quartiere e per i bambini con disabilità. Ogni Cruiff Court è costituito da un campo di calcio e spesso arricchito in una dimensione multidisciplinare: la maggior parte sono dotati di piste di atletica e campi di basket e pallavolo. L’obiettivo? Far riscoprire l’importanza dell’attività sportiva ai più piccoli, per una crescita fisica e mentale equilibrata, fondata sull’integrazione, sul rispetto, sul divertimento e sulle pari opportunità.

Una storia, quella della Fondazione Cruijff, nata da un incontro particolare che lo stesso Johan fece negli Stati Uniti con un bambino con la Sindrome di Down. Il bambino non giocava, sempre escluso e triste. Cruijff decise di aiutarlo, giocando con lui, ovviamente tirando due calci ad un pallone. Giorno dopo giorno il bambino prese confidenza ed iniziò a giocare anche con altri bambini. Da lì nacque la voglia e il sentimento per creare qualcosa che poteva aiutare i bambini in difficoltà attraverso la passione per il calcio e per lo sport.

Oggi la via è indicata da 14 Regole dettate dalla Fondazione e ispirate dal talento olandese:

1. Gioco di squadra. Per fare le cose, dovete farle insieme.
2. Responsabilità. Prendetevi cura delle cose come se fossero le vostre.
3. Rispetto. Rispettatevi gli uni con gli altri.
4. Integrazione. Coinvolgete gli altri nelle vostre attività.
5. Iniziativa. Abbiate il coraggio di provare qualcosa di nuovo.
6. Allenamento. Aiutatevi sempre l’uno con l’altro all’interno di una squadra.
7. Personalità. Siate voi stessi.
8. Impegno Sociale Cruciale nello sport e ancor di più nella vita in generale.
9. Tecnica. È la base.
10. Tattiche. Sappiate cosa fare.
11. Sviluppo. Lo sport sviluppa corpo e anima.
12. Imparare. Cercate di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno.
13. Giocare. Insieme È una parte essenziale del gioco.
14. Creatività. È la bellezza dello sport.

Su queste basi la Fondazione aiuta e coinvolge 250.000 bambini e bambine in tutta Europa guidandoli nella loro crescita.
Un grado di responsabilità sociale che possiamo misurare anche ampliando la visione e approfondendo un’altra iniziativa lanciata dal talento olandese: lo Johan Cruijff Institute. Questo perché responsabilità sociale applicata allo sport non è solo beneficenza e solidarietà.
Possiamo trovare un senso di responsabilità nella missione che caratterizza l’Istituto: formare giovani, ambiziosi, preparati e attenti manager sportivi per modificare e migliorare il sistema sportivo internazionale. Investire in formazione significa pensare al futuro, programmare, pianificare, modificare, significa prevenire. Spesso si parla del rinnovamento dei dirigenti sportivi così come di quelli politici.

6.000 studenti in tutto il mondo hanno preso parte ai corsi indetti dallo Johan Cruijff Instute: gestione sportiva, amministrazione e contabilità, marketing applicato allo sport, coaching alcune delle materie trattate. Oggi la presenza è internazionale con 5 Johan Cruijff Instute, 3 J.C. Universities e 5 J.C. Colleges con sedi in Olanda, Svezia, Spagna, Messico e Perù.
Un ulteriore testimonianza, legata anche al business, che dimostra ancora una volta però la potenza comunicativa dello sport, del calcio in questo caso, del fascino del personaggio, del testimonial che ha dato tanto al calcio giocato e oggi ha saputo costruire una “macchina” efficace ed efficiente dedicata agli altri, a chi non può godere di tanti privilegi e a chi vuole fare della propria passione un lavoro con l’obiettivo di migliorare il mondo sportivo. Un’eredità appunto morale, il numero 14 che diventa emblema di un progetto di ampio respiro, profondo e concreto.

Il risultato? Migliaia di bambini che possono giocare e crescere in impianti sicuri e all’avanguardia, migliaia di ragazzi con disabilità che attraverso lo sport trovano un processo di integrazione, centinaia di studenti e giovani manager ambiziosi che si fanno largo nel mondo professionistico. In fondo anche questa è responsabilità sociale applicata allo sport.

Valentino Cristofalo
Project SPORT Management
http://www.psmsport.it/






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