Decreto dignità: senza un annullamento la Serie A potrebbe andare in bancarotta

 


La Serie A è in un momento di crisi che sta mettendo in pericolo il futuro di numerose squadre reputate estremamente solide a livello finanziario, tra cui Juventus e Inter. Lo svolgimento delle partite a porte chiuse e le disposizioni sulle pubblicità del decreto dignità sono le cause principali di un momento di incertezza da parte della dirigenza di molte squadre, tanto che si inizia a chiedere aiuto al governo.

L’amministratore Marotta è stato uno dei primi a lanciare all’allarme, affermando in un’intervista la necessità di una decisione da parte del governo che agevoli le società calcistiche in questo momento, dato che le entrate sono nettamente inferiori rispetto all’anno precedente e potrebbero non essere sufficienti per sorreggere gli ingenti costi di gestione, tra stipendi dei giocatori e spese per trasferte e allenamenti. L’amministratore non ha chiesto del denaro vero e proprio, ma apprezzerebbe che il governo valutasse una proroga del pagamento delle tasse, per consentire alle società di sistemare i bilanci.

Un’altra opzione molto discussa è quella di un annullamento del decreto dignità, che potrebbe consentire alle squadre di pubblicizzare di nuovo le piattaforme legate a scommesse e gioco d’azzardo, come Casinojinn.com, ricevendo nuovamente entrate da questi sponsor.

Perché il decreto dignità sta causando problemi?

In realtà, il decreto dignità è già in vigore da un anno, tuttavia, gli effetti si stanno iniziando a vedere maggiormente ora, in un momento in cui le altre entrate scarseggiano. In passato le società calcistiche potevano stipulare accordi con le società di gioco d’azzardo che mostravano pubblicità sia in televisione durante le partite sia sulle maglie dei giocatori. Ad esempio, la Roma aveva uno sponsor di questo tipo ed è stata costretta a rimuoverlo dalle maglie proprio per i nuovi divieti.

Queste sponsorizzazioni generavano dei profitti importanti che consentivano di coprire una parte delle spese. Il decreto dignità ha bloccato fino al 20% di entrate di molte squadre, cifre importanti se si pensa ai guadagni generati dalle società calcistiche in un anno. Aggiungendo il fatto di non poter guadagnare dai biglietti degli stadi, è ovvio che molte società si trovino in un momento di difficoltà in cui le soluzioni sembrano essere poche.

Quali sono le soluzioni per evitare la bancarotta?

Il governo deve sicuramente prendere una decisione per consentire alle squadre di sistemare i propri bilanci. Le soluzioni sono poche, e dato che una riapertura degli stadi non sembra essere possibile per motivi sanitari, l’unico modo per salvare la situazione è quello di fornire delle proroghe sulle tasse e ridurre i limiti fiscali e pubblicitari imposti alle squadre.

Questa proposta ha generato anche alcuni dibattiti da parte di esperti e giornalisti che ritengono sia preferibile un abbassamento degli stipendi dei calciatori. Sono tante le persone che ritengono che i contratti dei calciatori abbiano delle cifre al limite del ridicolo e sia più adeguato un ridimensionamento di questi, tuttavia, non si tratta di una soluzione facile da mettere in pratica, con giocatori che probabilmente preferirebbero lasciare le squadre e andare all’estero piuttosto che ricevere la metà o meno dello stipendio.

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