Il fascino delle taglie forti: atlete da tenere d’occhio



Molti uomini sono affascinati dalle donne in carne, che possono conquistare con una sensualità unica. Il fascino delle taglie forti è sempre più in voga, grazie a una maggiore attenzione all’inclusione. Con la crescita del movimento della body positivity, infatti, tutti i corpi sono visti come qualcosa da celebrare per la loro bellezza, a prescindere dalle misure. Anche tra le atlete internazionali non mancano donne grasse che si sono fatte notare.

1. Le donne in carne sono molto attraenti

Negli ultimi anni, dalle copertine di riviste di moda agli annunci pubblicitari, fotografie di splendide donne in carne si sono moltiplicate sui media online e tradizionali. Per descrivere queste signore, in America è stato coniato il termine “Big Beautiful Women”, cioè appunto donne grasse e belle. È chiaro, quindi, che molti non hanno dubbi sul fascino e il sex appeal delle signore con qualche chilo in più. Ciò è confermato anche dalla popolarità degli BBW incontri su piattaforme specifiche, su cui puoi incontrare molte donne robuste della tua regione o città.. Il numero di piattaforme di questo tipo è in aumento, e sono nati anche servizi di recensioni che aiutano gli utenti a orientarsi tra le funzioni e le caratteristiche dei diversi siti. Tra i molti utenti si trovano donne interessate tanto allo sport quanto al buon cibo, con le quali condividere una seduta intensiva in palestra e poi una deliziosa cena a lume di candela. Non bisogna infatti pensare che le signore robuste siano poco atletiche: i profili sui siti di incontri indicano spesso il contrario. 

2. Quattro atlete in carne da conoscere

Nel mondo dello sport, sempre più spesso emergono atlete in carne che ottengono risultati eccellenti. Un tempo la cosa era meno comune, e anche oggi le atlete donne rischiano di subire più degli uomini giudizi e critiche sul loro corpo. A poco a poco le cose stanno però cambiando, come confermano quattro atlete in carne che non passano certo inosservate.

Sarah Robles 

Sarah Robles è una sollevatrice di pesi statunitense e un’atleta olimpica. Ha ottenuto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi per ben due volte, la prima a Rio de Janeiro nel 2016 e la seconda a Tokyo 2020. È la prima atleta statunitense a ottenere due ori olimpici nella disciplina del sollevamento pesi. 

Mirna Valerio

Mirna Valerio è un’atleta statunitense che si dedica alla corsa e ha partecipato a maratone, ultramaratone e trail running. Mirna è anche un’attivista contro la discriminazione che alcuni atleti e atlete subiscono in base al sesso, all’etnia, o appunto alla taglia. Ha iniziato a dedicarsi alla corsa dopo un problema di salute, e ha creato il blog “Fat Girl Running” per incoraggiare altre ragazze e donne grasse a fare attività fisica e a combattere gli stereotipi.

Latoya Shauntay Snell 

Anche Latoya Shauntay Snell è un’atleta che si dedica alla corsa e che si batte contro pregiudizi e stereotipi. Dopo una carriera nel campo della ristorazione e alcuni problemi di salute, Latoya si è reinventata come imprenditrice e attivista per la body positivity. Nonostante diversi attacchi online, continua a battersi per l’inclusione di tutti nel mondo dello sport e rivendica il diritto degli atleti a prendersi cura della propria salute mentale.

Roz the Diva 

Roz the Diva è un’istruttrice di fitness e di pole dance, che incoraggia anche le persone in carne ad avvicinarsi a queste discipline che tradizionalmente le escludono. Le sue lezioni online sono dedicate a principianti che desiderano iniziare a fare esercizio regolarmente. È attiva su YouTube, dove condivide sessioni di fitness per tutti, e insegna anche attraverso Zoom. Come suggerisce il suo nome d’arte, Roz è una vera diva che non ha paura di stare al centro dell’attenzione e di celebrare la bellezza di tutti i corpi.

Attraverso le imprese e le carriere di queste atlete, quindi, il mondo dello sport si apre un po’ di più anche a persone e tipi di corpo che un tempo ne rimanevano fuori. 

3. Lo sport che include

Lo sport è un perfetto esempio di attività che ben si presta all’inclusione di tutti. Dalle lezioni di ginnastica alle squadre giovanili, fino ad arrivare alle competizioni professionistiche, ciò che conta dovrebbe essere soltanto l’impegno e la voglia di dare il massimo. Del resto, sono di certo in atto cambiamenti all’interno della società che toccano anche l’ambito sportivo. È recente, ad esempio, il primo coming out di un calciatore nel campionato dei professionisti nel Regno Unito. A 17 anni, Jake Daniels ha affrontato il tabù dell’omofobia e ha rivelato di essere omosessuale. La tennista giapponese Naomi Osaka si è invece espressa più volte per portare alla luce l’importanza della salute mentale per gli sportivi. In Italia, la popolarità della schermitrice e campionessa paralimpica Bebe Vio è un altro segnale del crescente rispetto per le differenze, con una propensione maggiore a includere tutti. 

In conclusione, il mondo dello sport è forse pronto per iniziare a dare la giusta visibilità alle atlete in carne. Il processo di inclusione è solo all’inizio.

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