Il valore del brand nel calcio: i club diventano marchi globali



Nel calcio moderno il risultato non sempre basta. La forza di un club, infatti, si misura anche nella capacità di raccontare una storia, di generare fiducia e di trasformare il tifo in relazione che dura negli anni. Ad accelerare un processo già in atto sono stati gli sponsor, le piattaforme digitali e i contenuti originali: le società non operano più solo come squadre, ma come veri marchi.

Il brand, di conseguenza, diventa un asset capace di unire identità sportiva, cultura e business, un modo per creare valore oltre i novanta minuti sul campo. Sono determinanti, in questo settore, la strategia, la coerenza e la qualità dell’esperienza offerta ai tifosi, in casa e nel mondo.

Il calcio globale dal campo al marchio

Per capire la portata del fenomeno basta osservare come una singola voce possa catturare l’attenzione di molti. In un’intervista pubblicata da questo sito di schedine sul calcio online, Thierry Henry ha commentato Arsenal, Manchester United e il ruolo del numero 9 in Premier League. Le dichiarazioni di Thierry Henry sulla Premier League diventano un punto di riferimento per le informazioni, portando club, calciatori e scelte tecniche al centro della discussione calcistica.

È un esempio di come il flusso mediatico intorno a figure autorevoli moltiplichi le opportunità che gli appassionati hanno di parlare dei club. E quando i tifosi discutono, aumenta la percezione di valore della squadra stessa.

Cosa rende forte un brand calcistico

Naturalmente, il brand di un club non può derivare da singoli elementi, come, ad esempio, un logo. Rappresenta, invece, un vero e proprio sistema, caratterizzato da diversi elementi. Si parla, infatti, di identità chiara, con colori, simboli e storia, di qualità sportiva, grazie ad un progetto tecnico credibile che alimenta fiducia e orgoglio, della community, composta da tifosi attivi e coinvolti in spazi fisici e digitali.

E poi c’è l’elemento dell’esperienza, caratterizzata da stadio, merchandising, contenuti on demand, membership, eventi. Infine, la reputazione, che è determinata da fattori come governance trasparente, sostenibilità e iniziative sociali reali. Quando questi fattori sono presenti, il club consolida i suoi ricavi, attira sponsor e riduce la dipendenza dai risultati di breve periodo.

La nuova partita della media company

I club devono costruire dati attraverso applicazioni, programmi membership e contenuti premium. Si può trattare di newsletter editoriali, di mini-docuserie, di audio room con staff e leggende del calcio, di highlight personalizzati per Paese o lingua, tutti fattori che trasformano il club in media company.

Il prodotto sportivo rimane ovviamente al centro, ma cambia la “confezione” mediatica, che va a definire la frequenza e la profondità della relazione. In particolare, le partnership con creator e la distribuzione multipiattaforma (con strumenti proprietari, social e podcast) aumentano la copertura senza disperdere l’identità.

Esperienze e licenze

Il merchandising tradizionale lascia sempre più spazio a collezioni esclusive, collaborazioni con designer, linee e prodotti sostenibili. Le licenze si estendono a gaming, formazione, food, ospitalità, non trascurando nemmeno il turismo sportivo e i musei esperienziali.

In un quadro di questo tipo, si integrano perfettamente online e offline: il biglietto si ritira in digitale, nello stadio si effettua il check-in smart, si possono fare acquisti in-app, esiste la realtà aumentata per contenuti esclusivi sul posto. Il marchio smette di essere un disegno sulla maglia e diventa una piattaforma di esperienze.

Espansione internazionale

Per crescere all’estero serve un equilibrio ben preciso, perché, naturalmente, tradurre non basta. È necessario un processo completo di glocalizzazione, da attuare tramite contenuti nella lingua giusta, orari pensati per i tifosi in altre parti del mondo, tornei giovanili con partner.

E poi i club spesso non perdono occasione per comunicare con la base storica, tramite, ad esempio, presentazioni di maglie che valorizzano il territorio di origine, storytelling sul legame tra la città e la squadra, iniziative con scuole e associazioni. L’autenticità resta fondamentale.


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