La rivoluzione di Joseph Blatter: dagli agenti ai nuovi FIFA Intermediaries


L’ultima battaglia del padrone del calcio mondiale, la sua genesi, il suo sviluppo e le sue motivazioni, quelle istituzionali e una visione delle stesse più pragmatica.

La data 21 marzo 2014 rappresenta il punto di non ritorno per la professione degli agenti di calciatori. Quel giorno, a Zurigo, il Comitato Esecutivo FIFA ha infatti approvato il Regolamento per gli Intermediari FIFA sancendo di fatto l’abolizione del Regolamento Agenti FIFA 2008 e la professione in esso disciplinata.

L’approvazione di questo nuovo regolamento è stato il frutto di un processo lungo circa cinque anni che ha coinvolto in concerto le Federazioni nazionali, le Confederazioni mondiali, i club, la FIFPro e le leghe nazionali dietro il continuo input del presidente della FIFA, Joseph Blatter, che non hai mai nascosto la sua disapprovazione per la categoria degli agenti di calciatori.

La prima volta che si è parlato di una possibile abolizione degli agenti di calciatori è avvenuto durante il 59th Congresso FIFA svoltosi a Nassau, capitale delle Bahamas, il 2 e 3 giugno 2009. In quell’occasione, infatti, si è iniziato a discutere della reale efficienza del sistema di licenze previste dal Regolamento Agenti FIFA 2008 con l’obiettivo di affrontare le carenze che quel sistema stava dimostrando. In particolare furono rilevati i seguenti problemi:

• inefficienza del sistema delle licenza come limite d’accesso per la conclusione di trasferimenti che, nella maggior parte dei casi, venivano portati a compimento da soggetti non muniti della stessa;

• una crescente confusione nelle trattative, dettata dalla prassi per gli agenti di essere consulenti di entrambe le parti nelle transazioni, nonostante vigesse il divieto di questa pratica ex Regolamento Agenti FIFA 2008 ed i conseguenti problemi riguardanti gli obblighi finanziari in materia di pagamento del compenso dell’agente.

Lo scopo del riesame della disciplina dell’intermediazione tra calciatori e società di calcio, secondo il Congresso FIFA, era quello di trovare un nuovo sistema che garantisse una maggiore trasparenza dell’attività, una gestione più semplice ma allo stesso tempo più efficiente della stessa, così che le singole Federazioni nazionali non avessero alcuna difficoltà ad implementarle nel proprio paese.
Per questo motivo a seguito delle problematiche rilevate nel Congresso FIFA di Nassau, il Comitato per le società calcistiche Fifa istituì un sub comitato composto da rappresentanti degli attori rilevanti della comunità calcistica: Confederazioni, Federazioni nazionali, società di calcio, leghe nazionali, 

FIFpro (e quindi nessun rappresentante per gli agenti di calciatori) con il compito di preparare una serie di proposte che dessero seguito alle rilevazioni del Congresso FIFA. Tutte le possibili soluzioni proposte furono discusse ed analizzate ma quella che fin da subito venne appoggiata da più parti (dietro la spinta incessante del presidente FIFA Joseph Blatter) fu quella della cancellazione della figura dell’agente a favore della figura dell’intermediario e della conseguente “Dichiarazione di Intermediario” da siglare ogni qualvolta una persona intervenisse nei rapporti tra calciatori e società di calcio. Secondo il sub comitato, l’obiettivo di questo cambiamento non era quello di liberalizzare la professione o di una “deregulation” ma quello di permettere alle federazioni di avere un maggior controllo sui soggetti che svolgevano attività di intermediazione tra calciatori e società di calcio ed una maggiore trasparenza dell’attività stessa.

Questo nuovo approccio venne supportato in un primo momento dal Comitato Esecutivo FIFA nella riunione datata 21 marzo 2013 e, in seguito, anche dal congresso FIFA durante la sua 63rd edizione svoltasi il 30 e 31 maggio 2013 alle Mauritius.
Una volta ottenuta l’approvazione della proprie intenzioni da parte dei massimi organi della FIFA, il sub comitato ha iniziato la stesura del nuovo regolamento che, in sintesi, prevede:

• l’obbligo per calciatori e società di calcio di agire con la dovuta diligenza nella scelta dell’intermediario;
• predisposizione di un registro nazionale degli intermediari cui sarà obbligatorio accedere, senza alcun obbligo di esame, per portare a termine le operazioni di trasferimento;
• possibilità di svolgere l’attività sia come persona fisica che come persona giuridica;
• obbligo di redazione per ciascuna operazione della “Dichiarazione dell’Intermediario”;
• requisiti minimi per ottenere la registrazione;
• disposizioni al fine di ottenere una maggiore trasparenza nell’attività, come, ad esempio, l’obbligo di divulgazione e di pubblicazioni degli aspetti finanziari di ciascuna trattativa;
• disposizioni stringenti in materia di conflitto di interessi e di pagamento del compenso dell’intermediario.

Il regolamento, approvato come detto in precedenza dal Comitato Esecutivo FIFA in data 21 marzo 2014, è entrato in vigore in tutto il mondo a partire dall’1 aprile 2015, obbligando tutte le Federazioni nazionali ad adattarvisi entro la data della sua entrata in vigore*.

Il ciclone mediatico scatenato da questa decisione della FIFA ha obbligato le stessa a giustificare il proprio operato. La FIFA si è fin dal 2009 trincerata dietro una serie di motivazioni “istituzionali”: il nuovo sistema avrebbe garantito una maggiore trasparenza dell’attività e delle questioni finanziarie derivanti dalla stessa, avrebbe diminuito enormemente il problema dei conflitti d’interessi che si potevano venire a creare nel corso dell’attività ed avrebbe, infine, garantito una maggiore protezione dei calciatori minorenni diminuendo in maniera sostanziale i trasferimenti degli stessi ed i relativi problemi derivanti dalle illegittime commissioni su detti trasferimenti**.

È opinione di chi scrive, tuttavia, che le motivazioni suddette rappresentino solo uno specchietto per le allodole andando a toccare temi sicuramente di grande impatto ed importanza con l’obiettivo di nascondere la reale motivazione di questa rivoluzione. Dopo aver verificato che negli ultimi anni oltre il 70% delle operazioni di mediazione tra calciatori e società di calcio veniva posta in essere da soggetti non muniti di licenza, la FIFA si è trovata davanti ad un grande bivio: valeva la pena costruire un sistema che garantisse in maniera efficace ed efficiente ai soli agenti muniti di licenza l’accesso alla mediazione tra calciatori e società di calcio o era più conveniente, anche da un punto di vista economico, evitare di reagire alla problematica, liberalizzando la professione?

Evidentemente, secondo Joseph Blatter e la FIFA, no, non ne valeva la pena ed il risultato, ormai, è storia.

Jesus Rustici

rusticij@gmail.com
Centro studi diritto e sport - Milano



*La circolare FIFA n. 1417 ne aveva anticipato i contenuti così da permettere alla singole Federazioni di predisporre i regolamenti nazionali.
http://www.fifa.com/mm/document/affederation/administration/02/33/57/54/circularno.1417-newregulationsonworkingwithintermediaries_neutral.pdf

**http://www.fifa.com/mm/document/affederation/footballgovernance/02/58/08/50/backgroundpaper-workingwithintermediaries-reformoffifasplayersagents_neutral.pdf

Nessun commento